Legge acque minerali: Flai, Fai e Uila, ancora una volta non ascoltati i lavoratori

Perugia – “Ancora una volta la Regione non ha ascoltato la voce di lavoratrici e lavoratori di un settore fondamentale per l’Umbria, come quello delle acque minerali. Il risultato è una legge che non offre garanzie occupazionali e lascia lavoratrici e lavoratori fortemente insoddisfatti e preoccupati per il futuro”. Ad affermarlo in una nota all’indomani dell’approvazione in consiglio regionale della nuova legge sulle acque minerali sono le tre categorie sindacali  del settore “Abbiamo avuto un mese di confronto con la Regione, abbiamo avanzato le nostre proposte, illustrato la situazione dal punto di vista di chi nelle aziende di questo settore lavora – affermano i segreteri generali di Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil dell’Umbria  – ma evidentemente è stata una pura formalità. La Regione avrebbe potuto sfruttare l’occasione per mettere al sicuro questo comparto da possibili crisi occupazionali e pretendere il rispetto degli accordi sottoscritti con le aziende, ma evidentemente la vertenza Sangemini non ha insegnato nulla”.