Lotta all’evasione fiscale: nel 2023 scoperte dalla Finanza di Perugia 96 persone sconosciute al fisco
E’ stato un anno di risultati importanti per la Guardia di Finanza di Perugia, un anno dedicato alla lotta all’evasione e ai tanti furbetti che provano a raggirare la legge. Un’azione mirata che ha consentito di scoprire su tutto il territorio della provincia di Perugia ben 96 evasori totali, gente che svolge totalmente in nero la loro professione non dichiarando nulla all’erario. Gente che in virtù di un reddito pari a zero, si ritrova spesso tra i privilegiati nella concessione di servizi di pubblica assistenza dedicati ai meno abbienti, bonus e detrazioni varie. Un andazzo che, oltre ad arricchire indebitamente chi non ne ha bisogno, riduce in modo sostanziale le risorse per i veri bisognosi. Tra i quasi cento evasori fiscali del 2023 della provincia di Perugia ci sono un venditore di pellet, un consulente aziendale e un metalmeccanico. Sono stati recuperati ben 13 milioni di euro di evasione. I militari, guidati dal Colonnello Carlo Tomassini, hanno scovato anche 101 lavoratori in nero e 81 irregolari. Le maggiori irregolarità sono state riscontrate nei ristoranti e nelle strutture ricettive. Non meno importante è stata la lotta alle truffe, soprattutto quelle riguardanti benefici sociali. Numeri rilevanti sono quelli emersi dai controlli nei confronti dei percettori di reddito di cittadinanza. Su 200 interventi le fiamme gialle hanno rilevato ben 164 irregolarità e hanno denunciato all’Autorità giudiziaria 106 persone. Non in regola sono risultati 75 italiani e 120 stranieri, principalmente rumeni, marocchini, nigeriani, albanesi. Proprio ultimamente i finanzieri hanno denunciato nove persone ritenute di aver preso indebitamente il reddito di cittadinanza senza averne diritto grazie all’aiuto di un’impiegata di un Caf nel perugino. Le fiamme gialle di Perugia non si sono risparmiate nemmeno nella lotta allo spaccio di sostanze stupefacenti con l’arresto di decine di persone e il sequestro di diversi chili di stupefacente. “Sono soprattutto gli albanesi a gestire lo spaccio – ha detto il colonnello Tomassini – che pensano a tutto: auto, alloggi e anche all’assistenza legale quando un pusher arriva dall’Albania”. Ma, dalle indagini è emerso un particolare inquietante: “In un caso – ha spiegato il comandante provinciale – è stato accertato che alcuni italiani incensurati si sono messi a disposizione delle organizzazioni albanesi e si sono intestati alcune attività commerciali con l’obiettivo di schermare la reale proprietà”. Per il 2024, la guardi di finanza assicura che non sarà abbassata la guardia con una particolare attenzione ai finanziamenti del Pnrr per evitare il rischio truffe.