Narni, Si chiude il settimo Festival della Sociologia

Una settima edizione nella quale si sono confrontati nell’arco della sua durata 234 relatori in più di 70 panel, eventi, incontri, dibattiti e conversazioni aperte al pubblico. “È una grande soddisfazione – dice Lorenzo Lucarelli, Sindaco di Narni – credo sia una delle vittorie più grandi. È la dimostrazione che questo Festival è in grado di cementare anche questo rapporto tra la città e la facoltà dell’Università degli Studi di Perugia”. A conti fatti un altro grande successo per l’evento tutto dedicato alla Sociologia, sia italiana che internazionale, che fa della città di Narni il suo palco con un pubblico proveniente da ogni angolo d’Europa. Un Festival nel quale si è cercato di costruire, con un approccio partecipativo e aperto a tutti, un’idea di transizioni all’insegna della sostenibilità. Ha aperto l’ultimo sipario delle lectio magistralis Daniela Grignoli, Professoressa associata all’Università del Molise. Il focus è stato posto in egual misura su due termini: il welfare e la speranza, racchiusi nella cornice della società contemporanea e della quotidianità della nostra vita, che oggi ci vede vivere in un periodo di forte crisi. “In un welfare innovativo il centro sono proprio le persone, ed è basato su logiche di tipo solidaristico – afferma Daniela Grignoli – e queste logiche si fondano proprio su quello che è il concetto di persona”. Una lezione quella della Grignoli che apre la strada ai panel del pomeriggio; dal fashion al digitale, dalle disuguaglianze all’intelligenza artificiale. Il concetto delle transizioni, tema centrale di questa edizione, prende finalmente forma nei dialoghi e nei laboratori che hanno avuto luogo in ogni angolo di Narni che si è donata al Festival. “Una transizione in fieri, che ha visto la sociologia italiana protagonista e che si apre a un dibattito che durerà un intero anno – afferma Maria Caterina Federici, Direttrice Scientifica e “madre” del Festival – e il Comitato Scientifico è già al lavoro per l’ottava edizione il cui tema si sta già configurando molto accattivante”. Fanno da cornice all’evento la mostra d’arte, con opere dai tocchi sia moderni che classici, presente nell’auditorium San Domenico e nei sotterranei di Palazzo dei Priori, insieme alla mostra fotografica “Pamela. Storia di lotta dentro e fuori il ring” nei locali di Spazio Luceombra, che continueranno fino al 16 ottobre. Caffè letterari, presentazioni di libri, laboratori. Il cerchio è completo al Teatro Manini nel quale la manifestazione e i lavori vengono dichiarati conclusi. Tempo ora per la riflessione e la messa in pratica di quanto discusso in questi giorni. E anche questa volta appuntamento all’anno prossimo, verso – come dice sottovoce la Federici dando un’anticipazione – un “Festival della Sociologia Vivente”.

Festival e Corsa all’Anello, sinergia vincente

Una delle novità di questa edizione è stata la stretta collaborazione con l’Ente Corsa all’Anello. Quest’ultima si inserisce tra le più suggestive e ricche rievocazioni storiche d’Italia e che rappresenta significativamente l’Umbria medievale e in particolar modo Narni. “L’anello è l’identità della nostra città – dice Federico Montesi Presidente Associazione Corsa all’Anello – nel senso che c’è un rapporto biunivoco, di grande appartenenza. I cittadini narnesi sono per forza uno dei tre terzieri, vivono la corsa all’anello tutto l’anno e si identificano nella Corsa all’Anello. Quindi è l’essenza della nostra identità”. Ecco che, l’organizzazione della Corsa, rispecchia appieno una chiara partecipazione attiva e garantisce una elevata socializzazione in grado di concretizzare l’idea di costruzione della società. Durante la tre giorni della Sociologia, i terzieri – Fraporta, Santa Maria e Mezule -, preziosi volani che permettono la rievocazione fattiva della magica atmosfera medievale, hanno deliziato, all’interno delle loro locande ricche di storia con le prelibatezze del territorio, i tanti studiosi, ospiti e organizzatori dell’evento sociologico.

Il ruolo dell’informazione nelle transizioni

Partendo dall’illustrare i cambiamenti sociali, climatici, economici da un punto di vista più giornalistico e comunicativo, il narnese Roberto Vicaretti giornalista di Rai News24 ha messo l’accento sul ruolo che l’informazione riveste nella società. Nel panel “transizioni di prossimità. Libertà, rischi e disuguaglianze” nel quale sono intervenuti i professori Annamaria Rufino, Maria Caterina Federici, Jan Spurk“ sono emersi vari aspetti di come queste transizioni possono essere accompagnate anche in chiave comunicativa. “La transizione non è una cena di gala – dice il giornalista di RaiNews24 – essa implica delle difficoltà che necessariamente lascerà dei vincitori e dei vinti”. Per usare le parole del sociologo Ulrich Beck, il nostro mondo è attraversato da un vero e proprio processo di metamorfosi: non è cambiamento sociale, non è trasformazione, non è evoluzione, non è rivoluzione, non è crisi. La metamorfosi è una modalità di cambiamento della natura dell’esistenza umana. Chiama in causa il nostro modo di essere nel mondo. Il compito dell’informazione di fronte a questo fenomeno unico è quello di tenere la luce accesa su queste avversità e di non nasconderle dietro a inutili ideologie.

Abbiamo cercato di coinvolgere tutti: giovani studenti, universitari e la società civile Narnese”

Tante le novità introdotte in questa edizione, soprattutto riguardo al coinvolgimento delle associazioni territoriali Narnesi. “Abbiamo aperto molto alla cittadinanza – dice Sabina Curti, Direttrice Organizzativa – il Festival non è indirizzato soltanto agli esperti o agli specialisti del settore, ma è un festival pubblico. Questa è la sua forza, e questa la nostra scommessa”. Dichiarazioni lungimiranti, da parte della persona che ha contribuito a tessere la trama di questa e delle precedenti edizioni, supportata a tutto campo dalla linfa vitale della manifestazione: i ragazzi e le ragazze dello staff. “Una delle caratteristiche peculiari di questo festival – continua Sabina Curti – è quella di coinvolgere i giovani, come gli studenti universitari e quelli della città di Narni. Non dimenticando l’amministrazione comunale tutta e la direttrice scientifica Maria Caterina Federici”.