Ospedale Città di Castello, poteziati i servizi: nuova endoscopia digestiva

CITTA’ DI CASTELLO – “L’ospedale di Città di Castello nella rete regionale rappresenta uno dei 4 presidi di punta che ci permettono di coprire il fabbisogno della popolazione regionale per le tutte le prestazioni sanitarie medio-alte, favorendo quindi le cure nell’ambito del servizio sanitario regionale con pochissima mobilità verso altre regioni”: lo ha detto stamani la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini intervenuta, insieme all’assessore regionale alla Salute, Coesione sociale e Welfare, Luca Barberini, all’inaugurazione del nuovo servizio di endoscopia digestiva dell’Ospedale di Città di Castello. All’inaugurazione erano presenti il direttore generale della USL Umbria 1, Andrea Casciari, il sindaco di Città di Castello, Luciano Bacchetta, Silvio Pasqui, direttore del presidio Alto Tevere, il dottor Lucio Sarpi del Servizio di Endoscopia digestiva, il vescovo di Città di Castello, monsignor Domenico Cancian che, prima della benedizione del nuovo servizio, ha voluto richiamare l’attenzione anche sull’importanza della relazione umana tra il medico e il paziente.
“L’Asl sta facendo un lavoro articolato – ha detto la presidente Marini – che concorre ad ammodernare il servizio sanitario che, se da una parte deve garantire l’efficienza nella gestione quotidiana, dall’altra si deve muovere in base ad una programmazione. Il servizio sanitario infatti, se paragonato alla rete delle garanzie sociali, deve avere un adattamento più veloce e rispondente alle tecnologie e alle nuove cure, nonché alla ricerca scientifica applicata alla farmaceutica e anche alla formazione permanente del personale. Tutto ciò – ha aggiunto – trova motivazione nel fatto che si interviene in una sfera delicata del cittadino come appunto la salute che richiede il lavoro di una macchina complessa che lavori per l’erogazione di servizi di qualità in tempi congrui e contemporaneamente punti all’innovazione, e all’anticipazione di alcuni servizi attraverso la programmazione. Questa – ha proseguito – è la sfida più alta che la Regione e i circa 12 mila dipendenti del Servizio sanitario regionale sono chiamati ad affrontare e realizzare. L’Umbria, grazie all’innovazione e al lavoro di squadra portato avanti negli anni e grazie all’impegno dei professionisti, è stata capace di raggiungere alti risultati e dai dati del Ministero della Salute emerge che siamo la regione del Centro Italia che ha più innovato le tecnologie e le strumentazioni, anche grazie al lavoro oculato e attento delle aziende che investono le risorse”.
Facendo riferimento ai fondi per la sanità la presidente ha precisato che “bisogna tener sotto controllo due fattori e cioè l’equilibrio economico e la garanzia di servizi efficienti. Un risultato questo – ha detto – che si raggiunge anche grazie al comportamento corretto di chi opera in sanità e si occupa anche della spesa per la farmaceutica. Per questo, devo dire grazie alle professionalità che operano nella sanità umbra che ci hanno permesso di raggiungere grandi risultati e di mantenere, come poche regioni, i conti in ordine senza mai aver dovuto approntare piani di rientro, raggiungendo quasi il massimo nella classifica dei punteggi (199) dei livelli essenziali di assistenza”.
Concludendo la presidente ha affrontato il tema delle riforme: “Dobbiamo lavorare su 4 punti – ha precisato – e cioè sul personale, le strutture, i farmaci e le tecnologie. In particolare sulla farmaceutica voglio ringraziare i Nas per il lavoro di controllo che svolgono perché il sistema sanitario è di tutti e ciascuno di noi è cosciente di spendere soldi dei cittadini, quindi tutti dobbiamo fare in modo che ogni risorsa utilizzata vada investita per estendere i servizi e per fare ciò che serve per la salute dei cittadini. Sui farmaci abbiamo raccolto una grande sfida – ha aggiunto – garantendo i farmaci per l’epatite C e introducendo tutti i farmaci oncologici come garantito dalle linee guida del Ministero della Salute e questo ha comportato scelte ben precise”.
Infine, in riferimento al personale la presidente ha ricordato che “saranno portati alla stabilizzazione in 500 e che è stato avviato con un piccolo gruppo di Regioni un lavoro per l’autonomia in alcuni materie compresa la sanità, che consentirebbe di superare i tetti per la stabilizzazione e fare una programmazione più attenta ai bisogni anche garantendo il turn over dei medici e dei professionisti”.
“C’è un forte gap tra il numero degli specializzandi e la richiesta di medici – ha evidenziato l’assessore Barberini – e questo è un problema che diventerà sempre più evidente andando in avanti negli anni e sul quale occorre intervenire. Così come bisognerà ridare carburante al sistema sanitario attraverso nuove risorse evitando il rischio di avere nel nostro paese meno poveri e più malati”.
L’assessore, ha quindi ribadito che la sanità umbra è in movimento e che la Regione “continua ad investire per dare risposte sempre più idonee alla domanda di salute dei cittadini anche grazie alla competenza delle professionalità che vi operano. Siamo convinti però di voler migliorare ancora di più l’attività programmata e stiamo lavorando a un nuovo piano per la riduzione delle liste di attesa”.
Relativamente all’ospedale di Città di Castello l’assessore ha detto che “c’è una vera attenzione verso il presidio ospedaliero che ha un ruolo strategico all’interno della rete emergenza-urgenza regionale e lo dimostra anche il fatto che, oltre agli investimenti per la strumentazione e per migliorare i servizi, in questi giorni la giunta ha approvato un atto per la sistemazione della struttura compresa l’area parcheggi”.
I lavori per il servizio di endoscopia digestiva, conclusi nei giorni scorsi, sono durati circa 5 mesi ed hanno portato alla completa ristrutturazione dei 300 m2 dedicati al nuovo servizio. L’investimento complessivo è stato di circa 580 mila euro, 350 mila per i lavori di adeguamento dei locali e 230 mila per le tecnologie.

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