Perugia, assistenza scolastica agli alunni con disabilità: per i sindacati il cambio d’appalto penalizza lavoratrici e studenti

Ci sono molte incognite e preoccupazioni rispetto al futuro dell’appalto per l’assistenza scolastica agli alunni con disabilità del Comune di Perugia, nel quale fino allo scorso dicembre erano occupati 119 educatori ed educatrici sociali. A richiamare l’attenzione su questo delicatissimo servizio sono i sindacati Fp Cgil, Fisascat Cisl e Uil Fpl di Perugia e dell’Umbria, che sottolineano come il servizio sia andato in gara proprio nel bel mezzo dell’anno scolastico. “Le cooperative perugine Polis e Borgo Rete, che gestivano il servizio – ricostruiscono i sindacati in una nota – non sono riuscite ad aggiudicarsi nuovamente l’appalto e nello stesso è subentrata la cooperativa Aldia. Subito comprendendo le difficoltà che si sarebbero potute determinare nel servizio, abbiamo richiesto in data 13 dicembre un incontro al sindaco del Comune di Perugia, che non ha però sentito la necessità di confrontarsi con le organizzazioni sindacali”.
Le difficoltà di cui parlano i sindacati sono legate al fatto che la gran parte delle educatrici e degli educatori, lavorando a tempo pieno con le cooperative Polis e Borgo Rete, completava l’orario lavorativo con altri servizi non andati in appalto e, per poter garantire la continuità assistenziale agli studenti, necessitava di essere autorizzata a lavorare per due diverse cooperative, quella nuova nel settore scolastico e le due precedenti negli altri settori.
Dopo una lunga trattativa sindacale, che si è conclusa con un accordo con la Cooperativa Aldia, la quale non ha posto problemi al doppio rapporto, le cooperative perugine hanno invece messo gli operatori di fronte alla necessità di scegliere: o restare, oppure andare con la nuova cooperativa. “Tutto ciò – evidenziano ancora i sindacati – ha determinato il fatto che attualmente 55 lavoratori hanno optato per il passaggio ad Aldia, mentre gli altri hanno accettato le offerte delle precedenti cooperative, le quali, a loro dire, sono riuscite a garantire il mantenimento del contratto di lavoro originario”.
“Pertanto da oggi, 10 gennaio – insistono le tre sigle – alla ripresa delle lezioni, la metà dei ragazzi assistiti non ritroverà il proprio educatore, con il quale si era strutturato un percorso pedagogico, interrotto nel bel mezzo dell’anno scolastico e in piena pandemia. Allo stesso tempo avremo oltre 50 operatrici e operatori, che non si sa come manterranno il lavoro pieno con le cooperative perugine che hanno perso l’appalto e, dulcis in fundo, almeno 40 educatrici ed educatori da sostituire con nuovo personale”.
Ma anche per chi continuerà a operare nell’appalto – rimarcano Fp Cgil, Fisascat Cisl e Uil Fpl – ci saranno gravi difficoltà: “Infatti, chi prima lavorava 12 mesi all’anno ora ne lavorerà 9 (in quanto le scuole in estate sono chiuse e la cooperativa Aldia non ha altri servizi da svolgere), mentre chi ha scelto di rimanere con Polis e Borgo Rete non ha ben chiaro quali servizi andrà a svolgere e per quanto tempo”.
“Crediamo che molte delle responsabilità di questa incresciosa situazione siano in capo al Comune di Perugia – continuano i sindacati – il quale, dopo aver prodotto un bando di gara sul quale già si preannunciano ricorsi al TAR, non ha sentito la necessità di ascoltare per tempo le sigle sindacali che da subito avevano compreso le difficoltà, salvo incontrarle in data 04/01/2021 alla presenza del vice sindaco, il quale, limitandosi a prendere atto della situazione, ha garantito che non ci sarà alcun problema per gli utenti”.
L’appalto per l’assistenza agli alunni disabili non è però l’unico caso a preoccupare Cgil, Cisl e Uil, che sottolineano invece “un’impennata di cambi gestionali nell’ultimo periodo, che potrebbe far sbandare tutta la cooperazione, sociale e non, così come fino ad oggi l’abbiamo conosciuta e vista rappresentare”.
“Già da un anno oramai – insistono Fp Cgil, Fisascat Cisl e Uil Fpl – abbiamo manifestato pubblicamente in piazza davanti al consiglio regionale la volontà di trovare delle regole maggiormente stringenti, che portino all’assegnazione degli appalti tenendo conto della qualità, della sicurezza e della salvaguardia del lavoro in tutti i suoi molteplici aspetti economici e normativi. Regole che tutelerebbero le stesse cooperative sociali e di servizio, visto che il 90% dei loro costi è prodotto dalla manodopera. Considerando anche il fatto che sono più di tre anni che non viene convocato il tavolo regionale sulla cooperazione sociale, ci chiediamo come sia possibile gestire in modo sano questi processi e se ci sia una volontà politica di creare scompiglio, disinteressandosi delle sorti di più di seimila operatori sociali umbri”.
Cgil, Cisl e Uil dell’Umbria già con la giunta Marini, così come con l’attuale Giunta Tesei, hanno richiesto e continuano a chiedere una legge sugli appalti. “Ma fondamentale sarebbe, nell’immediato – osservano ancora le sigle sindacali – istituire tavoli di lavoro permanenti con tutti i soggetti sociali che siano soprattutto finalizzati alla contrattazione di anticipo in fase di stipula dei capitolati di appalto pubblici. Viene da sé che tutte le complicazioni di questo appalto specifico, di cui non si è ancora arrivati all’epilogo, sarebbero state evitate a monte e non a valle, con pochissimo tempo a disposizione, in pieno periodo natalizio e con dubbi risultati”.
Un’ulteriore riflessione, infine, andrebbe fatta secondo Cgil, Cisl e Uil sulla opportunità di appaltare servizi sociali così delicati, che riguardano persone fragili e con difficoltà: “Forse pensare ad una reinternalizzazione di tali servizi, come avvenuto in tutta Italia per gli assistenti scolastici, non sarebbe cosa sbagliata – concludono i sindacati – Forse nella nostra piccola regione ci sarebbe modo di trovare il coraggio e buttare il cuore oltre l’ostacolo”.