Perugia, inaugurato l’anno accademico dell’Istituto italiano di design

PERUGIA – Un asse portante del nuovo modello di sviluppo economico della città. È questo il ruolo che si potrebbe prefigurare per l’Istituto italiano design (Iid) di Perugia, nel prossimo futuro, almeno a sentire le parole dell’assessore comunale Michele Fioroni in occasione dell’inaugurazione del nuovo anno accademico dell’istituto che si è tenuta lunedì 22 ottobre, nella sala storica di palazzo Ajò, in corso Vannucci, sede perugina della Banca popolare di Spoleto. “L’intuizione che l’Iid ha avuto venti anni fa – ha infatti commentato Fioroni – è stata lungimirante perché oggi si sta creando quell’‘ecosistema’ che caratterizzerà sempre più Perugia come città del design. Ci sono tante realtà e nuovi progetti e puntiamo a diventare un territorio competitivo per questo settore, dove attrarre imprese e talenti e dove attivare scambi e contaminazioni”. Una sfida questa che l’Istituto italiano design sembra voler cogliere e vincere, soprattutto vedendo le tante collaborazioni strette quest’anno con enti, associazioni e imprese, anche internazionali. Da quella storica con il Comune di Perugia a quella nuovissima, per esempio, con Wonderchef, multinazionale indiana produttrice di utensili e oggettistica per la casa, che svilupperà progetti con l’Iid sulle sue nuove linee di prodotti. Altre partnership di cui godranno gli studenti dell’istituto, anche in un’ottica di future prospettive di lavoro e collaborazione, sono quelle con l’Associazione italiana per la direzione del personale (Aidp) Umbria, la start up Duing, Dulcinea Perugia, la società di ingegneria e architettura Sab, la Confederazione italiana agricoltori e il progetto Eboock Scuola. “Quello che si apre oggi – ha dichiarato la fondatrice dell’Iid AnnaMaria Russo – sarà sicuramente un anno intenso e ricco di progetti grazie ai tantissimi partner che hanno chiesto di collaborare con noi. Se quando abbiamo fondato l’istituto si faticava a far capire l’importanza del design adesso tutti lo stanno comprendendo. Utilizziamo perciò questa grande forza che abbiamo, preparando bene i nostri studenti e lanciandoli in quelle professioni che hanno sì un valore artistico e creativo ma che, se ben calibrate e calate nella realtà, hanno anche un grande valore economico. Un terzo del fatturato mondiale del design è made in Italy e non ci faremo sfuggire questa ricchezza”.

Quattro, come sempre, sono i corsi triennali: interior, industrial, fashion e communication design, ma, ha sottolineato AnnaMaria Russo, “cerchiamo di avere contaminazioni tra le diverse declinazioni del design”. Tra le novità, invece, frutto dell’idea ‘controcorrente’ di Daniele Pampanelli, responsabile del corso di comunicazione, quella di sviluppare ogni anno, a partire da questo, un nuovo visual dell’istituto. “Sebbene i nostri valori rimangano immutati – ha spiegato Russo –, ogni anno ci comunicheremo con lo sguardo di un diverso studente che si aggiudicherà il progetto. Quest’anno, per esempio, l’abbiamo fatto con gli occhi di Pamela Santi”. La studentessa, oltre a essere autrice del nuovo logo dell’Istituto italiano design, in concomitanza con l’inaugurazione dell’anno accademico ha anche discusso la propria tesi sulla comunicazione interna delle Biblioteche comunali di Perugia, con 110 e lode, insieme a Luca Ciabatti, neolaureato dell’istituto con 100.

Presenti alla cerimonia inaugurale anche Gianfranco Chiacchieroni, consigliere regionale dell’Umbria, Emilio Quartucci, responsabile Direzione relazioni esterne e clientela istituzionale di Bps, Adriana Velazquez, presidente di Aidp Umbria, e Nicola Ricciuto di Wonderchef.

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