Perugia, riaperta la cappella del cimitero di Casamanza-Montelaguardia

Riaperta la cappella del cimitero di Casamanza-Montelaguardia, chiusa dal 2017. I lavori di riqualificazione hanno consentito di restituirla alle sue originarie funzioni. Per l’occasione si è svolta la benedizione ad opera del parroco don Fonasco Salvatori, alla presenza del sindaco Andrea Romizi, dell’assessore ai lavori pubblici Otello Numerini, dell’assessore Clara Pastorelli, di cittadini, degli addetti della Servizi Associati che si sono occupati dei lavori, sotto il coordinamento dell’ufficio Manutenzioni e Protezione civile, per cui era presente il geometra Bruno Vannini, e dei Servizi cimiteriali e amministrativi del Comune di Perugia.

“Oggi siamo qui per prendere atto della manutenzione effettuata e per condividere la gioia della comunità di essersi riappropriata di un manufatto al cui interno si ricordaanche la figura di don Vittorio Malizia, che qui è stato parroco per 52 anni”, ha detto Numerini. “E’ stata riportata in vista la pietra della facciata, si è provveduto a ritinteggiare le pareti interne, alla risistemazione del tetto e al recupero dei canali di gronda. Lavori simili sono stati fatti per le cappelle dei cimiteri di Sant’Orfeto, San Sisto, Piccione e Fratticiola Selvatica nell’ambito di una programmazione che va avanti e che coinvolge tutto il territorio comunale”, ha concluso l’assessore.

“Diamo atto all’amministrazione di aver onorato un impegno assunto l’anno scorso, quando anche il sindaco ha partecipato a un’assemblea da noi promossa. Per statuto, infatti, rappresentiamo le problematiche del paese in spirito di collaborazione con il Comune”, ha detto Cesare Rotini, presidente della Ricreativa Montelaguardia Aps.

“Le associazioni per noi sono antenne utili a cogliere i veri bisogni del territorio e per verificare la bontà delle risposte – ha affermato il sindaco Romizi -. Ci sono due ambiti rispetto ai quali, in questi anni, ho percepito grande attenzione e sensibilità da parte dei cittadini: le scuole e i cimiteri. Verso questi luoghi, in cui custodiamo i nostri affetti più preziosi, avvertiamo una giusta pressione da parte di singoli e famiglie. L’importante è il confronto con le comunità perpianificare, individuare le priorità e intervenire con spirito di sussidiarietà e collaborazione”.