Ricostruzione, Ciavaglia (Cgil Perugia): “Condividiamo allarme Mattarella, legalità precondizione fondamentale

PERUGIA – “Non possiamo che condividere l’allarme lanciato dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella sul nuovo decreto terremoto. Come Cgil, infatti, da sempre crediamo che il rispetto della legalità e la lotta ad irregolarità e abusi siano la precondizione fondamentale per una ricostruzione rapida e di qualità, in quello che è, lo ricordiamo, il più grande cantiere d’Europa”. Ad affermarlo è Filippo Ciavaglia, segretario generale della Camera del Lavoro di Perugia, che commenta così l’intervento del Presidente Mattarella rispetto al nuovo provvedimento varato dal governo, che contiene appunto forti elementi di criticità, “potenzialmente dannosi – sottolinea Ciavaglia – per la qualità paesaggistica e ambientale di un territorio delicato come la Valnerina”.
Secondo il segretario Cgil, “lo spirito originario del decreto, che era sostanzialmente quello di bloccare, giustamente, la restituzione della busta pesante, è stato stravolto con l’aggiunta di un serie di provvedimenti dei quali si stenta a comprendere la ratio”.
“Nel frattempo – aggiunge Ciavaglia – la ricostruzione procede a rilento e qui in Umbria assistiamo ad un rimpallo di responsabilità tra imprese e istituzioni, che non fa altro che penalizzare ulteriormente i cittadini delle aree colpite”. Secondo il segretario Cgil per uscire da questa situazione va subito riattivata la partecipazione delle parti sociali: “Già un anno fa, in occasione della firma del protocollo con la Regione a Preci – ricorda Ciavaglia – avevamo suggerito un percorso condiviso tra istituzioni, organizzazioni sindacali e associazioni di impresa proprio per evitare conflitti e contrapposizioni. Ora, con l’occasione del nuovo disegno di legge presentato dalla Regione, è tempo di aprire davvero questo confronto. Anche perché la ricostruzione – conclude Ciavaglia – si intreccia a doppio filo con un più ampio progetto di rilancio delle aree interne dell’Umbria, progetto che, come ribadito anche nella piattaforma regionale di Cgil, Cisl e Uil, non è più rinviabile vista la gravità della situazione economica e sociale che permane in quei territori”.

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