Salute mentale, il rientro in società del malato anche alla luce del nuovo Piano sanitario regionale

PERUGIA – “Non soltanto terapia farmacologica per la salute mentale ma è importante pensare al reinserimento del malato psichiatrico all’interno della società, lontano, quindi, da qualsiasi tipo di struttura, coinvolgendo famiglie, società e quanti ogni giorno vivono a contatto con queste realtà. E’ un approccio diverso per garantire alle persone con sofferenza mentale la più ampia presa in carico e inclusione sociale”. E’ quanto ha affermato il dottor Gianfranco Salierno,responsabile della Tutela Salute Mentale penitenziaria e del Csm del Trasimenbo della Usl Umbria 1,durante il convegno“L’arcipelago della mente, dalla terapia farmacologica alla recovery”, che si è svolto il 21 maggioil 21 maggio all’Università per Stranieri di Perugia.

Il convegno, organizzato e curato per la parte scientifica dallo stesso dottor Salierno, vuole spiegare le nuove strategie di cura per la salute mentale anche alla luce del nuovo Piano sanitario regionale 2019-2021 che, per la prima volta, affronta  in modo organico, condiviso e completo il tema della presa in carico della persona con disturbi mentali, attraverso azioni di miglioramento sia dal punto di vista organizzativo dei servizi dedicati, sia dal punto di vista della continuità della cura e dell’assistenza, garantendo con un percorso di collaborazione e piano terapeutico integrato , un passaggio transizionale dai servizi  di neuropsichiatria che si occupano dell’età evolutiva a quelli che si occupano dell’età adulta.

Nel corso dell’incontro, aperto dal saluto dei Rettori delle due Università perugine, Franco Moriconi e Giuliana Grego Bolli, si è proprio cercato di far interloquire sanità, scienza e mondo della cultura affinché la salute mentale diventi il punto di snodo del tessuto sociale. “Un approccio diverso– ha sottolineato Maria Patrizia Lorenzetti, direttore del Dipartimento salute mentale della USL 1  – per cercare di creare una cultura della salute mentale al fine di arrivare a colmare i vuoti ancora esistenti dopo la Legge Basaglia”.

All’incontro hanno partecipato docenti dell’Università di Perugia, dell’Università per Stranieri e dell’Università La Sapienza di Roma.