Turismo frenata improvvisa: in Umbria estate al di sotto delle aspettative. Flessione in tutta la Regione, male il Trasimeno
La frenata è stata evidente, bastava girare un pò l’Umbria per notare la flessione. Nella nostra Regione, dopo un discreto semestre, il turismo ha vissuto un’estate al di sotto delle aspettative. Un calo principalmente determinato dalla riduzione della domanda italiana. La flessione è stata avvertita in quasi tutte le aree della regione, con alcune differenze. Il Trasimeno è stato il territorio più penalizzato, sia per quanto riguarda le presenze italiane, sia per quelle straniere. Il presidente della Camera di commercio dell’Umbria, mai critico sulle scelte fatte in questi anni, ritiene che la stagione estiva è stata “penalizzata dalle condizioni meteo, con Perugia e l’Umbria inseriti sempre nelle realtà a bollino rosso”. Per Mencaroni, quindi, è stata l’estate bollente a danneggiare l’offerta dell’Umbria. Subito dopo elenca altre ragioni: una riduzione della capacità di spesa delle famiglie, che avrebbero risentito dell’alta inflazione del 2022-2023 e dell’aumento dei tassi di interesse, con la conseguente riduzione delle risorse per coloro che debbono pagare un mutuo a tasso variabile. o più in generale che hanno debiti finanziari. Una vera e propria analisi economica da riconoscimento accademico e scientifico. La realtà però è un pochino più terra terra. Senza fare troppi voli pindarici, l’Umbria continua a registrare problemi strutturali che non consentono una vera svolta. Offerta disorganizzata, risorse sfruttate male, promozione superata senza proporre nulla di nuovo, risorse frammentate in tante minuscole iniziative a volte sconcertanti, mancanza di programmazione e un turismo mordi e fuggi che non lascia nulla sul territorio. Qualcuno lo definirebbe il turismo dei selfies che si esaurisce nell’arrivare in Umbria, starci una giornata, farsi un autoscatto, postarlo sul social preferito e addio. I turisti, soprattutto quelli stranieri, optano nella maggioranza dei casi per fugaci tappe, magari ad Assisi, dopo aver soggiornato più a lungo in altre mete turistiche italiane (Roma o Firenze). Questa però è la forma di turismo meno conveniente per l’economia umbra. Sull’aeroporto, il giudizio di Mencaroni è positivo anche se lo stesso presidente della Camera di commercio dell’Umbria evidenzia “la riduzione di passeggeri subita da alcune tratte”. Sulla qualità delle strutture ricettive umbre “si sono fatti passi avanti, ma c’è ancora da lavorare”, sottolinea Mencaroni. Sicuramente la siccità ha penalizzato in modo importante il turismo del lago Trasimeno. Il presidente della Camera di Commercio allunga lo sguardo al 2025, “un anno di grande importanza con la celebrazione del Giubileo” mentre nel 2026 si saranno gli eventi per gli 800 anni dalla morte di San Francesco d’Assisi. Detto questo, una cosa è certa: sulla spesa vacanze, in particolare il ceto medio, ha inciso molto il caro prezzi rispetto alla capacità di spesa. Tutto ciò riduce inoltre la durata del soggiorno e molti sono costretti a fare dei short break.