Venti anni di assistenza nella Unità Spinale di Perugia: le commoventi testimonianze dei pazienti

PERUGIA –  Un compleanno tanto  atteso, che ha emozionato ex pazienti ed operatori sanitari della struttura complessa  di Unità Spinale Unipolare dell’ Azienda Ospedaliera di Perugia, che ha  festeggiato la ricorrenza del 20° anniversario della sua inaugurazione. Una giornata di incontri scientifici, di testimonianze, di rivisitazione dei luoghi e delle attività, partite da lontano, quando in Italia le Unità Spinali erano pochissime. Quella di Perugia, fortemente voluta da colui che può essere definitivo il padre della riabilitazione della persona con lesione midollare, il Dottor Massimo Taramelli, che è stato ricordato in un commovente racconto da un suo amico e collega, Marcello Catanelli , Sauro Biscotto e dalla coordinatrice dei fisioterapisti Lucia Bambagioni.  Alla cerimonia di apertura dei lavori ,erano presenti il Rettore della Università di Perugia Franco Moriconi, il direttore generale dell’Azienda Ospedaliera di Perugia Emilio Duca, l’assessore alle politiche sociali del Comune di Perugia Edy Cicchi e Raffaele Goretti  della Federazione Italiana  delle persone con paratetraplegia Nella Aula Magna della Facoltà di  Medicina, affollata da professionisti della equipe multidisciplinare che  da anni collabora con la Unità Spinale diretta dalla Dott.ssa Renèe Maschke e da rappresentanti delle associazioni di pazienti . Il dg  del S. Maria della Misericordia  Emilio Duca, oltre a  ripercorrere le tappe principali che hanno scandito lo sviluppo della attività della Unità Spinale, ha annunciato che la struttura potrà  a breve giovarsi  delle tecnologie avanzate dello esoscheletro, sia dell’arto superiore che per la riabilitazione del cammino. La lettura magistrale è stata affidata al professor Giulio Del Popolo, direttore dell’Unità Spinale dell’ospedale Careggi di Firenze, che ha fatto un parallelismo con quella di Perugia, esaltandone le competenze e i percorsi assistenziali. “Le nostre strutture non vanno solo gelosamente  mantenute su questi livelli di eccellenza, ma  implementate con le nuove tecnologie “.

La Dott.ssa  Maschke, nel suo intervento ha ricordato “ l’importanza del gruppo multidisciplinare  e multiprofessionale, che è garanzia nel conseguire i migliori risultati per la presa in carico e la qualità della vita delle persone con lesione midollare”.

Nel corso della mattinata è stato dato ampio spazio ai racconti del vissuto di  alcuni pazienti della Unità Spinale umbra, come Luca Donateo, che  ha potuto proseguire la sua passione di pilota di auto da corsa dopo un incidente stradale che lo ha reso paraplegico: “Quando ho preso coscienza di quello che mi era accaduto, la prima domanda che mi sono rivolto è stata:  ma potrò tornare a correre?  Ce l’ho fatta, con tanto impegno, ma il mio è stato poco, se considero quello che ci ha messo  tutto il personale della struttura dove sono stato a lungo ricoverato. Persone formidabili, che hanno restituito a me e a tanti altri la possibilità di tornare ad un vita ancora ricca di interessi e passioni”.

Altrettanto significativa e commovente la testimonianza di Rosy Patruno: “ Un incidente stradale mi aveva costretto  in carrozzina, tetraplegica, e pensavo di non poter  più coronare  il sogno della mia vita, quello di essere mamma. Ed invece ci sono riuscita, grazie ad un lavoro di  multidisciplinarietà tra più professionisti dei vari reparti che mi hanno seguita per tutta la gravidanza . Mio marito ed io durante il mio ricovero abbiamo se possibile rafforzato il nostro rapporto;  Mattia, nato un anno dopo l’incidente, è stato il regalo più grande che la vita potesse donarci”.

Il convegno  da ultimo ha voluto rimarcare, con una tavola rotonda, coordinata dalla Dott.ssa Maria Cristina Pagliacci, la imprescindibile collaborazione ed  integrazione  della Unità Spinale, con le  struttura ospedaliera di alta specialità e con i  servizi socio-sanitari del  territorio nella  presa in carico globale della persona con lesione midollare. Il compleanno  della struttura si è  infine arricchito infine di un pomeriggio  di attività ludiche e sportive, con  persone in carrozzina e personale sanitario  impegnato in eventi musicali e canori.

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