I dati ufficiali agghiacciano: gli esodi in atto fotografano il dolore di milioni di persone.

Quando i numeri generici diventano specifici i cuori delle persone normali provano un terribile senso di sgomento.

Spiegazione di questa premessa apparentemente ovvia: gli organismi internazionali hanno diffuso la notizia che dalla Siria (scossa da interminabili guerre interne) sono scappati – ufficialmente- quattro milioni di disperati. Una cifra gigantesca. Che va letta pensando a ciò che rivela: fame, terrore, fughe dalla morte. Sono numeri di agghiacciante realtà. Ma continuano a essere solo astrattamente significativi se la comunità internazionale non comincia davvero a prenderli in preventiva considerazione. Cosa fa in concreto il mondo rispetto a quanto da anni si sta ‘’consumando’’ in Siria? Molte parole, diverse invettive, qualche proposito; però niente di più. E questo interrogativo vale anche per le tragedie che caratterizzano molte parti dell’Africa dalla quale cercano di scappare migliaia di disgraziati. Si vuole o no affrontare i problemi dalla testa invece che dalla coda? Non è un caso se ora i Vescovi italiani, dopo aver tirato le orecchie ai ‘’piazzisti’’ e al governo italiano, hanno lanciato un siluro dialettico anche all’Onu. C’è o non c’è l’organizzazione delle Nazioni unite? Che il fenomeno sia plurinternazionale ormai lo hanno capito anche i politicamente sordi e ciechi. Se non interverrà compattamente il mondo civile si allargherà soltanto il campo d’azione espansionistica dei truci massacratori che fanno garrire, qua e là, la bandiera dell’Isis. Loro sì che pensano…in grande, transitando attraverso centinaia di decapitazioni e di folli sogni di conquiste territoriali.

Le dinamiche che scuotono i vari Continenti richiedono l’intervento non di questo o quel governo, ma di tanti governi, determinati ad affrontare assieme una partita che è universale.

RINGHIO

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