Cantieri del sisma: le opere ‘architettoniche’ dei Vigili del Fuoco

di Rita Chiaverini

Il terremoto del 24 agosto ha colpito duro sugli edifici e sugli uomini e dopo l’emergenza, a due mesi di distanza, si continua a lavorare per riportare vivibilità e sicurezza prima della piena ricostruzione.
La popolazione però, in questa fase, è stata conquistata dal lavoro di carpenteria in legno che i Vigili del fuoco stanno facendo per la messa in sicurezza degli edifici sia pubblici che privati in tutti i luoghi colpiti dal sisma.
Armature, cerchiaggi, centine, puntellamenti, mantovane, sono tutti interventi particolarmente impegnativi, effettuati da uomini che, nonostante le repliche del sisma, hanno continuato a lavorare senza sosta per salvaguardare beni culturali o garantire sicurezza al transito veicolare e pedonale. Ognuno di questi molteplici interventi ha a monte uno studio progettuale dettagliato che tiene conto del danneggiamento subito dall’edificio. Per la realizzazione di queste  opere di carpenteria è stato preferito l’uso del legno rispetto ai tubi e giunti di metallo  per evitare lo spreco di denaro pubblico che è avvenuto in passato in altre zone colpite da eventi sismici.
In Umbria è stato così per le torri lungo le antiche mura medievali,  per i campanili di monasteri e chiese di Norcia e delle  frazioni di Castelluccio, Frascaro, San Pellegrino. Analoghi interventi  sono stati fatti nei comuni di Cascia, Preci e Monteleone di Spoleto.
L’arte della carpenteria lignea è un’arte antica, plurisecolare che affonda le radici in epoca Romana e ancor prima al tempo degli Etruschi. Nel Medioevo esistevano corporazioni dell’arte dei carpentieri: tutti i nostri edifici storici, nella loro costruzione o ricostruzione, hanno avuto l’ausilio fondamentale della carpenteria, un’arte che non è mai tramontata del tutto anche quando la carpenteria metallica, con i famosi tubi inventati negli anni ’30 del Novecento dall’ingegnere Fernando Innocenti, ha preso il sopravvento.
Forse lo stupore della popolazione per le ‘armature’ dei Vigili del fuoco nasce dal fatto che orami da anni siamo  abituati a vedere ovunque impalcature fatte con tubi in acciaio e si era perso il fascino visivo e ingegneristico su una materia ‘viva’ come il legno che di per sé trasmette calore e solidità.
C’è un trattato del XVIII secolo, intitolato ‘Castelli e Ponti’  che è uno dei primi manuali tecnici della storia dell’editoria dedicato alle opere  provvisionali  in cui sono riportate le tecniche di costruzione delle impalcature ‘inventate’ da Nicola Zabaglia,  il genio che stupì con l’invenzione delle sue ‘macchine’ in legno la corte papale e il popolo di Roma.
Zabaglia, originario di una frazione di Cascia, con la sola forza dell’ingegno, della riflessione e dell’esperienza, a quanto pare superò con le sue ‘macchine e ponteggi’ tutta la schiera di architetti e ingegneri che ruotavano intorno alla Fabbrica di San Pietro. Uno degli interventi più impegnativi richiesti a Zabaglia riguardò la cupola della basilica, dove erano comparse delle vistose crepe: il geniale analfabeta casciano costruì i ponti necessari per consentire all’architetto Vanvitelli di cingere con cinque cerchi di ferro tutto il corpo della cupola.
Le ‘machine e i castelli’ di mastro Zabaglia affascinarono per la loro tecnica e geometria chi ebbe la possibilità di vederli così come oggi le opere provvisionali in legno dei Vigili del Fuoco affascinano le persone perché sembrano delle vere e proprie opere d’arte architettonica e ingegneristica.
Sono tutte opere destinate ad essere temporanee in attesa che vengano avviati i cantieri della ricostruzione post-sismica. Ma sono così belle e ben fatte che, qualcuno, ‘novello Pasquino’, già maliziosamente osserva che resteranno lì per anni visto che in Italia spesso il provvisorio rischia di diventare definitivo.

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