Diaconato per le donne: Papa Bergoglio apre ad una Chiesa retta dalla corresponsabilità di maschi e femmine. Per gli Anglicani le donne sono anche preti e vescovi.

L’ipotesi era nell’aria vaticana ormai da parecchio tempo: si avvicina la possibilità che il Diaconato sia consentito anche alle donne. Papa Bergoglio ha dato l’annuncio in Aula Nervi nel corso dell’incontro con 900 superiori generali degli istituti religiosi femminili di tutto il mondo. il Papa è stato esplicito:«La Chiesa ha bisogno che le donne entrino nel processo decisionale, anche che possano guidare un ufficio in Vaticano». E poi: ‘’Deve coinvolgere consacrate e laiche nella consultazione ma anche nelle decisioni, perché ha bisogno del loro punto di vista. E questo crescente ruolo delle donne nella Chiesa non è femminismo: la corresponsabilità è un diritto di tutti i battezzati, maschi e femmine’’.

Il Pontefice ha annunciato che istituirà una commissione di studio sul diaconato femminile nella Chiesa primitiva, ritenendo che le donne diacono siano «una possibilità per oggi». Se all’intenzione manifestata dal Pontefice seguirà una decisione per la prima volta in questo millennio si riaprirà una prospettiva considerata definitivamente chiusa in seguito a una decisione di Giovanni Paolo II. Il diaconato infatti è il primo grado dell’ordine sacro, seguito dal sacerdozio e dall’episcopato. I diaconi possono amministrare alcuni sacramenti, tra i quali il battesimo e il matrimonio, e in alcuni paesi ci sono intere regioni nelle quali sostituiscono ormai i sacerdoti nella guida delle comunità parrocchiali.

Il diaconato è il primo grado di consacrazione «ufficiale», che precede l’ ammissione al sacerdozio e nelle prime comunità cristiane era anche femminile.

’’Il Diacono- precisano i testi- è una figura situabile al centro, tra il laico ed il Sacerdote. Egli, infatti, non è un sacerdote perché non presiede l’Eucaristia e non assolve i peccati. Più in generale, non si colloca all’interno della comunità cristiana nella stessa posizione del parroco. Inoltre, nella maggior parte dei casi il diacono è coniugato ed ha una sua professione. Egli non è “un semplice laico”: riceve infatti il sacramento dell’Ordine, che lo immette tra i membri del clero, ha una propria veste liturgica, sull’altare ha un posto suo, ha il compito di proclamare il vangelo e di tenere l’omelia, ha l’obbligo di celebrare la liturgia delle ore a nome dell’intera Chiesa, può celebrare la liturgia del battesimo, benedire le nozze, accompagnare alla sepoltura i defunti. Egli è un Ministro di Cristo a tutti gli effetti’’-.

Ad oggi ‘’Il Diacono può essere soltanto una figura maschile, deve essere un buon cristiano, amare la Chiesa, avere una formazione umana equilibrata ed uno spirito di comunione’’.

L’apertura prefigurata da Francesco avvicinerebbe la Chiesa cattolica a quella anglicana, dove ci sono donne preti e vescovi. Al Sinodo si era discusso di questo «tema audace» con l’intervento del reverendo Jeremias Schroder, arciabate e presidente della Congregazione benedettina di Sant’Ottiliain. «Sul diaconato femminile la Chiesa non ha detto no», aveva spiegato già nel 1994 il cardinale Carlo Maria Martini, commentando lo stop di Giovanni Paolo II alle donne prete: una dichiarazione solenne, a un passo dai crismi dell’infallibilità pontificia e alla quale Papa Francesco ha ripetuto più volte di volersi attenere. Malgrado quel «no» per il porporato c’erano ancora «spazi aperti», perché il discorso sul ruolo della donna avrebbe potuto continuare a partire dal diaconato, «che il documento non menziona, quindi non esclude».

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