DIS…CORSIVO. “CHARLIE HERDO”: NON SI PUÒ’ TAGLIARE SULLA SICUREZZA. PAROLA DI CHARLESPASQUA

NOSTRADAMUS di Maurizio Terzetti / “Le Figaro” riporta un’intervista resa, nell’immediatezza dell’attentato a “Charlie Hebdo”, da Charles Pasqua, il politico francese, oggi molto anziano, noto per essere stato, fra l’altro, ministro dell’Interno con Chirac e Balladur.

Personaggio intransigente, ultraconservatore e nazionalista, capofila del fronte contrario alla ratifica del Trattato di Maastricht, in qualche modo ispiratore di “Forza Italia”, Pasqua ha conservato intatta la sua abituale e a volte brutale franchezza, accompagnata da innegabili doti di sintesi. Per questo ho scelto di tradurre la sua intervista a “Le Figaro” e di proporla ai lettori di “Umbria Domani”, per una riflessione in più sul livello di attenzione da prestare alla sicurezza nazionale anche in Italia, che spesso è stata minacciata dagli islamisti soprattutto per essere il centro della cristianità.

“LE FIGARO – A caldo, come analizza questo attentato?

PASQUA – La mia prima reazione è dire che disgraziatamente, se ce ne fosse stato bisogno, questa è la prova provata che non si può mai affermare che la minaccia terrorista non esiste. E, d'altra parte, tale minaccia proviene senz'altro dagli ambienti islamisti più radicali che avevano già indicato, a più riprese, che sarebbero arrivati in Francia. Tutti sanno che un certo numero di filiere legate al terrorismo sono state scoperte e neutralizzate dalla polizia. Ecco dunque che i problemi della sicurezza sono estremamente seri. Non è il momento di abbassare la guardia.

Quale atteggiamento bisogna adottare di fronte a questa minaccia?

PASQUA – In una situazione simile, tutti devono essere solidali con il potere che occupa posti di responsabilità. Penso al presidente della Repubblica e ai diversi ministri incaricati di dirigere i servizi di sicurezza e di informazione. Tutti devono avere fiducia delle loro azioni. Io stesso do loro fiducia e invito la gente a far tacere le loro critiche. Ciò detto, non ci si può impedire di pensare che tutti quelli che hanno indicato, per mesi e mesi, che bisognava fare delle economie sulle spese della difesa e del ministero dell'interno si sono pesantemente sbagliati. È il meno che si possa dire, perché la minaccia è permanente. Nessuno può sapere in anticipo dove gli attentati si verificheranno. Da qui la necessità di disporre di servizi d'informazione efficaci e di servizi di polizia motivati, in grado di disporre di mezzi necessari e di relazioni sul piano internazionale.

Si è mirato a un giornale...

PASQUA – Che si tratti di un organo di stampa di estrema sinistra o di estrema destra, la difesa della libertà non conosce differenze. Questo atto è, perciò, particolarmente vergognoso e scandaloso. Naturalmente mi sento vicino va a tutte quelle e a tutti quelli che sono stati vittime dell'attentato, con un pensiero particolare per i funzionari di polizia.

Secondo lei, di fronte a una situazione di tale gravità, come deve agire il potere?

PASQUA – C'è necessità di mettere tutti i servizi in stato di massima allerta, come sembra si sia fatto. Ma ho ascoltato certi discorsi che mi lasciano sbalordito, soprattutto quando il presidente della Repubblica indica quali sono i luoghi particolarmente protetti: credo che in una situazione del genere, non abbiamo bisogno di dichiarazioni di questo tipo. Il capo dello Stato deve vigilare sul fatto che tutti i mezzi, materiali, finanziari e di altra natura, siano riuniti e coordinati. Dobbiamo poi rafforzare le nostre relazioni sul piano internazionale. Adesso, invece, le nostre relazioni con il Marocco, che era una delle principali fonti di informazione, si sono notevolmente allentate, per ragioni che ignoro. In questo momento, bisogna rinforzare la protezione di tutti i luoghi pubblici, ma particolarmente bisogna farlo per i luoghi di culto nei quali si sa che esistono elementi estremisti. A titolo preventivo, non dobbiamo esitare neppure a procedere a un certo numero di richieste e a rafforzare i legami con i paesi impegnati negli stessi tipi di problemi.

La Francia ha i mezzi per affrontare la minaccia islamista radicale?

PASQUA – Non siamo mai al sicuro, quali che siano i mezzi messi in campo. È impossibile. La specificità di questo genere di azioni è di poter colpire non si sa dove.

Quale può essere l'impatto politico di un simile attentato in Francia?

PASQUA – La prima reazione dovrebbe essere una manifestazione di solidarietà verso il governo e i servizi incaricati di organizzare la difesa e la sicurezza del paese. Quanto al piano elettorale, non entro in questo genere di riflessione perché nessuno può fare il minimo pronostico.

La minaccia di oggi è paragonabile a quella del 1995?

PASQUA – La minaccia islamista estremista è molto più forte, oggi. È indiscutibile. Esisteva già vent'anni fa, quando procedevamo alla sorveglianza delle moschee e soprattutto degli imam che arrivavano dall'estero. Se alcuni elementi stranieri erano particolarmente aggressivi, erano immediatamente espulsi. Bisogna essere viglianti e decisi. Proprio oggi abbiamo la prova che nessun paese è al sicuro.”

Se fossi stato il giornalista de “Le Figaro”, proprio approfittando dell'ultimo paragone col 1995, avrei chiesto a Pasqua come sente cambiata, rispetto ad allora, la natura e la cultura dei militanti islamisti: a quanto si sa, gli attentatori di “Charlie Hebdo” parlavano perfettamente in francese, segno della loro appartenenza, forse anche generazionale, alla terra francese. Siamo ormai abituati a conversioni di ragazzi occidentali all'Isis e sappiamo che la strategia dello Stato islamico è quella di combattere tanto in Oriente quanto, ormai, sulle piazze delle capitali europee, con andirivieni fra l'Europa e l'Oriente che solo parzialmente si riesce a bloccare.
La preparazione militare delle cellule islamiste, come dimostra il blitz di ieri a Parigi, permette azioni il cui contrasto esige una preparazione sul campo che le forze di polizia devono condividere con tutte le forze preposte alla sicurezza del paese e in un'atmosfera di forte sostegno da parte della gente.
Quello di “Al-Qaeda” con il giornale umoristico francese era un conto in sospeso aperto da molti anni. Ciò dimostra che, nello stesso tempo, siamo esposti allo Stato islamico di oggi senza, ancora, esserci mai del tutto affrancati da vecchie minacce. Anche su questo fronte, dunque, non si finirà mai di stare nella dovuta allerta, perché si possono verificare saldature imponderabili e attacchi che hanno del demoniaco. La battaglia è e sarà dura, ma l'Occidente, attraverso essa, riformerà la propria coscienza e il proprio senso di amore e di libertà come poche volte è capitato all'Europa nella sua storia. Parola di Pasqua, antico avversario della satira, e di alcuni giornalisti, indomiti e fragili disegnatori di una fede rinata.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.