Dis…corsivo. Colfiorito e il mare

NOSTRADAMUS di Maurizio Terzetti / Alla trentottesima edizione della Mostra Mercato e Sagra della Patata Rossa, a qualcuno è venuto in mente di associare, per la prima volta, una piccola rassegna tematica intitolata “Colfiorito e il mare”. Da oggi fino al 23 del mese si va avanti con la manifestazione tradizionale dell’altopiano dei Plestini: mostre, gara ciclistica, visita della Palude, estemporanea di pittura, attrazioni musicali e teatrali, auto e jeep raduno, gare di briscola, mercatini ad animare le ancora lunghe giornate estive prima e dopo di sedersi a mangiare negli stand gastronomici, nella pizzeria e nell’assaggeria. Giovedì 20, poi, la Sagra rende un bell’omaggio a Don Mario Sensi, scomparso alla fine di maggio, invitando illustri oratori a parlare, con Fabio Bettoni, dello storico e del monsignore a un pubblico che, qui, ancora ricorda molto bene il prete delle origini, l’insegnante e l’amico della comunità di qualche anno fa.
Ma, fin qui, è tutto nelle regole del programma allegro e variegato che Colfiorito sa proporre ogni fine d’estate senza rubare nulla al silenzio appassionato dell’altopiano.
La vera novità, quella sulla quale è doveroso soffermarsi almeno un po’, sono i tre giorni del 28, 29 e 30 agosto, nei quali i prodotti dell’Appennino si uniscono al pesce dell’Adriatico per configurare uno scenario di possibile integrazione fra i due versanti dell’altopiano dei Plestini.
E che non sia solo gastronomia, ma che s’intenda parlare di “prodotti” commerciali e culturali, industriali e turistici, agricoli e della tradizione, lo conferma un vero e proprio dibattito, che si terrà sabato 29 agosto, alle 11, sul tema “Umbria e Marche sono pronte a un’integrazione istituzionale?” Prenderanno la parola, coordinati da Sandro Petrollini, i Presidenti di Provincia e i Sindaci della fascia dell’Adriatico.
Un incontro-dibattito all’interno di una Sagra estiva è, per lo più, cosa da sconsigliare agli organizzatori e, anche a Colfiorito, ci sono andati con mano prudente collocando l’evento parolaio a margine delle cene di degustazione che faranno salire di nuovo sull’altopiano il pubblico enogastronomico della settimana precedente.
Eppure, anche con tanta accortezza, approfittando di una mattina lavorativa a ridosso della domenica, a Colfiorito la carta è stata calata. E giustamente, perché il dibattito in questione, che io ricordi, è merce rara. Non so qui, sull’Appennino umbro-marchigiano, da dove sia nata, ma l’esigenza dell’integrazione istituzionale fra regioni confinanti è la carta più intelligente da giocare in vista del futuro riassetto interregionale al quale stiamo andando incontro.
Di appuntamenti come questo ce ne vorrebbero uno per strada di passaggio aperta sui punti di confine che l’Umbria condivide con le Marche, con la Toscana, con il Lazio. E dovrebbero vedere come protagonisti, certamente, le istituzioni, ma, anche, in posizione direttamente partecipe, tutti i soggetti della società e dell’economia che hanno qualcosa da chiedere all’integrazione istituzionale, prima che essa avvenga sulle loro teste e lasci sul campo riforme calate dall’alto di poteri baronali locali.
Non posso dire, infine, quanto io sia contento della partecipazione al dibattito dei Presidenti delle Province, oltre che, naturalmente, dei Sindaci. So, però, che il futuro dell’integrazione istituzionale della quale parliamo non passa più, se non marginalmente per via della riforma Delrio, dalle parti delle Province. E, dunque, credo che, se uno sviluppo l’idea di “Colfiorito e il mare” dovrà averlo, debbano essere le Regioni, magari attraverso le loro Assemblee legislative o Consigli regionali come li vogliamo chiamare, a proporne il rilancio, approfittando del notevole potere di tiro e di gittata che queste istituzioni hanno saputo mantenere e incrementare.
Un ruolo, e neppure troppo marginale, andrà senz’altro mantenuto alle Province in questo dibattito sui confini che Colfiorito, in qualche modo, inaugura. Ma la regia, la propositività, la ricerca della partecipazione, la sollecitazione del confronto, gli approfondimenti, le vere aperture andranno messi in conto di un progetto regionale di grande afflato, capace davvero di portare le Aule consiliari regionali a diretto contatto con le esigenze di integrazione possibile fra territori che, oltre la loro presente suddivisione, hanno dalla loro secoli e secoli di scambi e di contatti d’ogni tipo, anche se non sempre pacifici.
Quanto possono avere sognato il mare gli abitanti dell’altopiano dei Plestini e quanto, dalle spiagge dell’Adriatico, potrà essere sembrato impervio il percorso su per le balze dell’Appennino! Ma quanta cultura e quanta musica ancora possono aver reso agevole questi sogni e questi itinerari se ancora oggi, come accadrà a Colfiorito, dopo il dibattito e le cene, il tiro con l’arco e le attrazioni spettacolari, saranno gli stornellatori umbri e marchigiani a far prendere il vento dell’altopiano ai loro canti e a depositarli, all’alba, sulla sabbia dell’Adriatico!

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