DIS…CORSIVO. LO SBATTEZZO

NOSTRADAMUS di Maurizio Terzetti / Non era semplicemente preoccupato, don Cesare, quando l’altra sera, durante la predica, denunciava i casi di richiesta di sbattezzo che sempre più di frequente gli si presentano. Era addolorato, dignitosamente crucciato.

Di fronte a una bara e ai parenti in lacrime avrebbe avuto parole, avrebbe saputo affermare che la sorella o il fratello che non ci sono più godono, in realtà, di una luce che, noi vivi, finché siamo vivi, non riusciamo minimamente a immaginare. Di fronte, invece, ai casi di battezzati che, ormai in età di ragione, tornano a dare indietro il dono della fede che hanno ricevuto pur senza esserne consapevoli, non gli restavano che poche parole di afflitta incredulità. Eppure, il parroco, è un uomo di coinvolgente maturità, non è abituato a piangersi addosso, a lamentarsi, a dolersi. Tratta i fedeli da persone adulte, alle quali la verità, qualunque essa sia, va detta. E, questa volta, nessuna zuccherosa favoletta avrebbe potuto edulcorare la pillola amara che don Cesare ha dovuto distribuire ai presenti alla messa del pomeriggio.
L'indomani, ricordo, si sarebbe festeggiata la festa del battesimo del Signore. Nessuna occasione, dunque, poteva essere più propizia per avvertire, con voce ferma e rattristata, che il fonte battesimale è messo, oggi, in una così vistosa contestazione che non si è conosciuta neppure nei periodi di più acuto anticlericalismo.
Queste considerazioni, lo ammetto, le sto aggiungendo io, ripensando ai tanti, maturati atei e ai tanti, dichiaratamente agnostici, che mi è capitato di incontrare. C'è, dunque, una mutazione genetica dell'ateismo che ci sta portando a una fissazione estremamente causidica dei rapporti tra ogni essere umano che nasce in Occidente e la Chiesa cattolica?
Tutto, andando a vedere nei dettagli delle pratiche di sbattezzo, è posto sul piano notarile di un contratto che si dismette, non di un'appartenenza che si rifiuta. Così facendo, però, non si va lontano: se io voglio ridare indietro la tessera di un partito, non per questo ho risolto i miei problemi con degli ideali e dei valori che continuano a frullarmi per la testa. Avrò tolto l'ipoteca della figura di Cristo, ma non mi sarò mai liberato dell'esigenza spirituale e della tensione morale che accompagna i miei pensieri.
A meno che i motivi per sbattezzarmi non siano di altra natura, e cioè legati al passaggio a un'altra fede, a un altro credo. E qui, in mancanza di dati, mi dovrei fermare, ma il dubbio che dietro molti sbattezzi ci sia la necessità di convertirsi ad altre religioni è in me molto forte. Anche in Italia sono molto frequenti le conversioni all'Islam e vuoi che un buon numero degli sbattezzati dalla Chiesa cattolica non vada a confluire nelle moschee e nella lettura, da credenti e da praticanti, del Corano?
Non sono le azioni di guerriglia urbana a portare l'Islam in casa nostra. Se i servizi segreti si danno da fare e fanno per bene il loro mestiere, la lotta sarà dura e – Dio non voglia - potrà anche fare molte vittime nelle capitali europee, ma alla fine si vincerà.
Ciò che, invece, costerà più fatica a contrastare sarà lo stillicidio dello sbattezzo, soprattutto se si salderanno le coscienze atee, nella loro mutazione di rivendicazione notarile della libertà, e i seguaci che l'Islam – ancorché buono e progressista, mite e remissivo – fa nelle periferie delle capitali europee assicurandosi guide intellettuali che portano la bandiera della perfetta integrazione coranica nelle Nazioni europee e nell'Europa tout court.
La Chiesa cattolica, però, ha in questo caso un'arma di grande efficacia, mutuata dal linguaggio della metafisica medievale ma molto attuale. Nell' Actus formalis defectionis ab Ecclesia Catholica si legge: “Rimane, comunque, chiaro che il legame sacramentale di appartenenza al Corpo di Cristo che è la Chiesa, dato dal carattere battesimale, è un legame ontologico permanente e non viene meno a motivo di nessun atto o fatto di defezione.” L'appartenenza alla nostra coscienza, in altre parole, non si può rifiutare e questo, dentro o fuori a Chiesa, è il dato che conta. Fuori, ma davvero fuori, ci sono rimasti, credo, solo gli islamisti che seminano morte per le strade di Parigi.

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