DIS…CORSIVO. VENERDI’ 17

NOSTRADAMUS di Maurizio Terzetti / Non si sa per quale incredibile tempistica internazionale, ma la divulgazione del verdetto per la Capitale della cultura del 2019 finisce col coincidere con la data di venerdì 17 alle 17. Sono molte le attività programmate da tempo per quel giorno e per quell’ora in ossequio al principio che il migliore esorcismo è l’occupazione in qualcosa.

Così, c' è chi più o meno a quell'ora, in Umbria, sarà impegnato nella presentazione di un libro (“Il campione e l'intelligenza”, di Giancarlo Faraglia, a Perugia), di un catalogo (relativo alla mostra “Ricognizione”, a Foligno), di una mostra (“Morrarte”, a San Crescentino di Morra, Città di Castello), mentre fin dalla mattina, a Perugia, a San Matteo degli Armeni sarà stata inaugurata – scaramanzia nella scaramanzia – una mostra sull'Unione Europea: 50 pannelli con foto e stampe storiche. Il tempo su Perugia dovrebbe essere corrucciato nella mattina e migliore nel pomeriggio, con nubi sparse e cielo poco nuvoloso. Politicamente, però, non è un fine settimana di quelli tranquilli, con la vicenda dell'Ast in primo piano e le frequenti sortite a Roma delle competenti autorità per via della legge di stabilità.

E a Roma, per la diretta del verdetto, dovrebbero essere rimasti il sindaco Romizi e il presidente Bracalente, che ieri hanno guidato, insieme con il sindaco Ricci, la delegazione che ha sostenuto le prove orali dell'ultima fase del lungo processo di candidatura.

Queste le forze in campo. Lo schieramento “per quel giorno e per quell'ora” - che è diventato il meno abusabile “hic et nunc” - sarà sostenuto da una diretta streaming, qualcosa che contribuisce di sicuro a rendere viva e palpitante un'attesa sulla quale, via via, si è scherzato, si è fatto la voce grossa, si è stati disponibili, si è diventati protervi, si sono registrati silenzi, mugugni e poche opposizioni, consensi, affratellamenti e molte approvazioni trasversali.

C'è da mettere in conto che le fatidiche ore 17 potranno non essere rispettate al minuto (anche se sei dei dodici giurati non sono italiani) e che quindi si potrà dare luogo alle più accomodanti interpretazioni del ritardo, che quasi sempre s'intende, chissà perché, come buon segno, prospettiva favorevole.

È molto probabile che l'attenzione della popolazione non sarà all'altezza dei momenti di maggiore coinvolgimento: certi eventi sportivi, in specie calcistici, sanno esprimere passione irraggiungibile. Perugia conosce molto bene questo lato del suo cuore biancorosso, mentre, obiettivamente, per la Capitale del 2019 è di gran lunga meno partecipe di un fenomeno collettivo e di una suspence di massa.

Assisi, da questo punto di vista, è molto più abituata ad aspettare, fino a notte fonda, durante le notti di maggio, un verdetto. Mi riferisco, se non si fosse già capito, all'assegnazione del Palio del Calendimaggio, per il quale restano in piedi, ben desti, partaioli “de Sotto” e “de Sopra”. Credo che se ad Assisi fosse stato dato di avere un ruolo di maggiore protagonismo nel processo di candidatura per la Capitale del 2019, oggi, venerdì 17 ottobre 2014, non avremmo avuto una platea di accesi partaioli come per il Calendimaggio, ma qualcosa di barricadero sarebbe successo anche a Perugia in attesa del verdetto.

Qui, infatti, sta la differenza di fondo. La società perugina non è abituata a rievocazioni storiche che impegnano sangue e anima dei suoi cittadini. Lo è la società regionale, da Gubbio a Narni, da Foligno a Gualdo Tadino, ma essa, oggi, venerdì 17 2014, a buon diritto si chiama fuori dall'esprimere un tifo accorato per le sorti della candidatura, poiché è stata ben bene tenuta ai margini del grande gioco culturale eterodiretto che è stato inventato per Perugia.

Basta così, il discorso si fa troppo serio e non è opportuno – Nostradamus o no – stare a cincischiare con le critiche in un momento così delicato. Si finirebbe, subito, per essere accusati di essere jettatori. Se ne riparlerà passata l'ora fatidica, quale che essa finisca per essere: le 17 o qualunque altro giro di lancette si voglia far ricordare come quello che ha posto la parola fine della corsa per cinque città e scritto il via libera per l'unica Capitale del 2019. Allora, come nel film “Il giudizio universale” - annunciato a Napoli per le 18 – spero che tutti, gente di Perugia e di Assisi, andremo a fare qualcosa di meno lugubre e serioso

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