Dopo i voti amministrativi il Centrodestra italiano percorso da vivaci processi interni. A Roma si scannano e a Milano si rifanno proponendo significative domande.

Ed ora chi si lecca le ferite determinate dalle elezioni amministrative ai affanna per cercare le cause degli insuccessi. Oppure per affermare che non ha vinto, ma non ha neppure perso.

Prendiamo ad esempio il centrodestra. A Roma è un vivace (violento?) scambio di accuse tra i melonian-salviniani e i marchinian-berlusconiani. Si rinfacciano a vicenda di aver perso o , peggio, di aver voluto perdere. Marchini e l’ex Cavaliere contestano alla Meloni e al capo leghista di essersi messi a fare corsa autonoma dopo aver sottoscritto un patto unitario; la bionda romana di un lieto evento rivolge al ‘Berlusca’’ l’accusa di aver scelto di fare un regalo a Renzi frantumando il centrodestra e, dunque, favorendo il ballottaggio di Giachetti, capofila- sostiene lei- di ’’un pd a pezzi dopo gli scandali di mafia-capitale’’.

INsomma, secondo la Meloni, uno specie di connubio clandestino tra il Presidente del Consiglio e il leader di Forza Italia. Quasi fosse una riedizione celata del patto del Nazzareno.

Le due parti del centrodestra romano si rinfacciano parecchie cose anche perché la somma dei reciproci numeri elettorali dimostra che insieme avrebbe avuto più consenso della grillina Raggi.

‘’Insomma- sostengono sull’uno e sull’atro fronte- sarebbe stata un’altra partita’’.

Spostiamoci ora su Milano: al primo turno il centrosinistra di Sala e il centrodestra di Parisi sono quasi appaiati. Proponendo per il 19 giugno una sfida da condurre fino alla conquista dell’ultimo voto. A Milano non ci sono, per ora, vincitori e neppure vinti. Ed è proprio questa la disputa più significativa d’Italia, non solo per le ricadute sulla fascia tricolore meneghina, ma anche per le ripercussioni di carattere intuibilmente nazionale. Lì si vota per il Comune e comunque si prospettano ulteriori scelte capacio di rifluire su Roma.

Roma intesa non come Campidoglio, ma come Parlamento e Governo italiano.

Bella responsabilità per l’elettorato milanese!

RINGHIO

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