Intervista/3, “Ad un passo dal mondo, lontano dal cuore”, Alessandra Squarta: “Raccontare storie: il mio sogno da sempre”

In un appassionante libro romanzato in cui viene raccontata la storia vera di un umbro che ha deciso di lasciare la sua terra per andare a cercare fortuna all’estero, l’autrice Alessandra Squarta nel suo racconto ‘A un passo dal mondo, lontano dal cuore’ affronta il dilemma se rimanere nella propria città di origine oppure se partire per una vita nuova e più avventurosa. Alla fine ciò che emerge è che nell’incertezza sulla strada da intraprendere, probabilmente la via giusta è quella di seguire sempre il proprio cuore.

Alessandra Squarta, che emozione hai provato ad essere finalista del concorso letterario “FulgineaMente”?

Alessandra Squarta“Non avevo mai partecipato ad un concorso prima d’ora. Ho spedito il mio libro quasi per gioco e, in tutta sincerità, non mi aspettavo affatto di arrivare fin lì! Ritrovarmi una delle tre finaliste al premio letterario “FulgineaMente” è stata una bellissima sorpresa. Fare la scrittrice è il mio sogno sin da bambina e sapere che qualcuno legge le mie pagine, apprezza la mia scrittura e soprattutto si lascia emozionare e rapire dalle mie parole è una sensazione unica, un piccolo, ma importante traguardo. Questo concorso mi ha permesso di conoscere molte persone, di vivere nuove esperienze e di ritrovarmi a Palazzo Trinci per un evento impeccabile, dove tra l’altro nel 2014 esordii con il primo romanzo. Anche se non ho vinto, non sono rimasta delusa perché le sensazioni che ho vissuto durante quei giorni di attesa e il sapere che in qualche lettore ho lasciato il segno mi hanno permesso di vivere emozioni indescrivibile”.

Quale è stata la molla che ti ha spinto a scrivere il libro ‘A un passo dal mondo, lontano dal cuore’?

“ ‘A un passo dal mondo, lontano dal cuore’ è tratto da una storia vera e la molla che mi ha spinto a scrivere era racchiusa negli occhi del protagonista, mentre mi raccontava una vita intera vissuta tra Italia e Brasile, fatta di coraggio, scelte difficili, sete di libertà, desiderio di mettersi in gioco e amore per la propria terra, per i propri cari”.

Tale pubblicazione testimonia l’esperienza di chi ha deciso di lasciare la sua amata terra in cerca di fortuna. Quale messaggio ti senti di trasmettere a chi vive o ha vissuto analoghe situazioni di forte conflittualità tra il restare e il partire?

“Restare, partire: credo sia difficile dire con fermezza cosa scegliere. Per come sono fatta, curiosa e sempre in cerca di novità, consiglierei di partire proprio come ha fatto il mio protagonista, ma con la certezza di poter tornare. Mi permetto di rispondere con una frase del mio libro: ‘Emigrare è un po’ così, fa bene, fa male, tanto ti dà e tanto ti toglie. L’ho scoperto col tempo, con la maturità. Una parte di me sarebbe rimasta nel nido, non si sarebbe mai scollata da Borgo Trevi, avrebbe accettato la routine, avrebbe continuato a lavorare il legno prendendo una miseria, ma un’altra parte non me lo avrebbe concesso, si sarebbe sentita stretta, gli sarebbe mancata l’aria e mi avrebbe rinfacciato quella scelta, o meglio, quella non scelta per tutta la vita’”.

Cosa ti ha insegnato questa vicenda in relazione alla forte migrazione dei giovani verso l’estero nella speranza di trovare un mondo migliore?

“Mi ha insegnato quanto a volte siamo alla continua ricerca di qualcosa che poi alla fine possiamo trovare solo in noi stessi, ma anche che partire come migrante non è una passeggiata: ci vuole forza di volontà, spirito d’adattamento e tanto, tanto coraggio. Mi ha insegnato che chi rischia può perdere tutto, ma anche che chi non lo fa può trascorrere il resto della vita a domandarsi come sarebbe stato se… Credo che, alla fine, la cosa migliore sia seguire il proprio cuore”.

Dopo questo importante traguardo del premio letterario, hai già in mente nuovi progetti editoriali?

“Ho in cantiere due romanzi, entrambi tratti da storie vere, che mi hanno permesso di vivere esperienze forti e particolari come volare in California per intervistare due sopravvissuti al naufragio dell’Andrea Doria oppure entrare in un carcere come quello di Spoleto (questo grazie anche al Progetto Lettura del quale faccio parte, realizzato sempre da FulgineaMente). Insomma, sto scrivendo due racconti, con protagonisti dalle vite agli antipodi, che spero di pubblicare molto presto”.

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