La bella favola moderna di Maurizio Sarri, ora trionfante a Napoli, è un esempio anche per quei giovani che non credono abbastanza in se stessi. Davvero volere è potere
Ora tutti scoprono che Maurizio Sarri ‘’è un grande allenatore’’. Un modo disinvolto per realizzare un tradizionale vezzo italiano: il gusto di salire sul carro del vincitore. Il Napoli, la squadra di Sarri, è primo nel campionato di serie A e continua a mettere in fila eccellenti risultati in Europa League.
Mah…! Alla luce del ‘fenomeno’ che sta maturando a Napoli in queste settimane bisogna davvero riflettere sulla capacità tecnica di tanti dirigenti calcistici italiani e sulle pretese consapevolezze di molti tifosi che montano in cattedra solo perché pagano il biglietto o l’abbonamento. Sono 24 anni, infatti, che allena questo signor Sarri, oggi onorato e blandito- E pochi, pochissimi avevano compreso quanto calcio vero si annidi nelle sue pignolissime e scrupolosissime strategie. Ha calcato campi periferici pieni di fango e di amarezze: è stato esonerato parecchie volte o si è trovato costretto a dimettersi. Rapido il suo passaggio anche a Perugia fra il 2008 e il 2009:visto, preso e cacciato nel giro di pochi mesi. Inseguito dalle invettive di presunti esperti che- lo ricordo con precisione- andarono in Tv a proclamare ‘’Per fortuna ci siamo liberati di questa autentica disgrazia!’’.
Lui, nel corso di più di due decenni, ha ingoiato fiele senza demordere mai. E’ stato l’unico a credere in se stesso. Ha tanta fiducia- e non da ora-. Che nel 1991 lasciò un ben remunerato posto da dirigente bancario per andare ad allenare lo Stia, in Casentino- Insomma si buttò senza paracadute. Inanellando piccole soddisfazioni e grandi delusioni. Mai rinunciando alla certezza che calcio da portare sui campi richiede organizzazione ossessiva, rispetto degli equilibri tattici,compattezza dei movimenti fra reparti. Certo per arrivare a far muovere una squadra come un orologio di precisione ci vogliono il tempo e la pazienza di dirigenti e tifosi capaci di intuire il futuro.
Virtù dimostrata da Corsi, presidente dell’Empoli, che gli ha consentito di conquistare con calma la promozione di serie A e poi di agganciare una valida salvezza.
Virtù che caratterizza anche le intuizioni e la fermezza del presidente napoletano De Laurentis. Anzitutto perché, all’indomani di un ‘’mister’’ di pregio mondiale come Benitez è andato ad ingaggiare un ex dirigente di banca che stava respirando un po’ meglio in quel di Empoli. Poi perché, dopo un avvio di campionato tutt’altro che soddisfacente, ha respinto le sollecitazioni di una piazza che pretendeva ‘’un grande allenatore’’.
Ora, dopo settimane e settimane di successi, il carro del vincitore è fin troppo affollato.
E Sarri, a 56 anni, prova, con sorridente bonomia, ad attenuare l’assalto dei plaudenti.
Il negletto ora è portato in trionfo. Come se il talento e la capacità professionale l’avesse portati in scena soltanto dopo aver superato i 50 anni.
A prescindere da come andrà a finire questa favola moderna sembra giusto cogliere la morale che si annida nella vita di un trainer che ha saputo lottare anche contro la ‘cecità’ di chi talora è arrivato perfino a sbeffeggiarlo.
Un esempio di vita, se si vuole. Rivolto soprattutto ai giovani:se credono davvero in se stessi devono stringere i denti e puntare dritti verso il traguardo. Possono arrivarci a braccia alzate.
Volere, alla fine, è davvero potere.