LA RICERCA DEL CONSENSO? Si, MA PARTA DALL’IMPEGNO CONTRO IL NON VOTO
E’ davvero strisciante, come si ripete, il fantasma del ‘non voto’? E’ veramente nascosto anche tra le pieghe della pubblica opinione umbra?
Questi interrogativi non sono di maniera o di banale tradizione pre-elettorale.
Manifestano l’ansia suscitata dai sondaggisti (che rivelano alte diserzioni dalle urne un po’ in tutt’Italia), ma testimoniano anche lo sconcerto provocato dalle confidenze di amici e conoscenti per nulla vogliosi di rispondere alla chiamata del 31 maggio.
Perché questa propensione alla rinuncia?
La risposta che ti danno amici e conoscenti è lapidaria: ‘’Questa politica non merita il mio impegno. Lì in mezzo c’è troppa gente attenta soprattutto agli affaracci propri…’’.
Sfoghi, forse, più che intime convinzioni. Poi, magari, la mattina del 31 si alzeranno dal letto più disposti a dire la loro anche dentro ad una cabina. Certo, l’esempio fornito qualche mese fa dall’Emilia è più che un campanello d’allarme: più del cinquanta per cento degli aventi diritto al voto decise di disertare. Domanda: quello fu un episodio sintomatico, ma unico? Oppure fu il segnale di un umore ormai diffuso? La risposta, al di là dei sondaggi che imperversano anche privatamente, la ‘’leggeremo’ fra pochi giorni.
Comunque c’è già chi, avvertendo odore di bruciato, si affretta a sollecitare in modo più esplicito e concreto,l’adesione al voto.
Lo fa, tanto per fare una citazione, il Forum delle Associazioni familiari dell’Umbria che, avvertendo l’aria che tira, ha convocato per martedì prossimo un incontro ponendo più precise domande ruotanti attorno al lavoro, al welfare, all’educazione, alla cultura, all’ambiente, al fisco, all’Amministrazione. Tutto per stimolare la voglia di andare democraticamente ad esprimere esigenze e volontà. Questa volta il Forum (abituato a convocare riunioni pre-elettorali) si muove non soltanto per scuotere l’inerzia dei politici verso le attese delle famiglie, ma perché avverte scarso fervore rispetto alla ‘convocazione’ di fine mese. E se il messaggio viene da chi ha forte consuetudine con gli umori di padri, madri e figli, vuol dire che il ‘’polso’’ non propone messaggi troppo rassicuranti.
Valga, quest’indicazione, per i molti candidati che in questi giorni battono il territorio alla ricerca di consensi: chiedano, come è ovvio, il voto per se stessi, ma cerchino anzitutto di spiegare che la democrazia si esercita soprattutto quando affiora la vogliaccia di non parteciparvi.
RINGHIO