Le troppe chiacchiere attorno alle elezioni primarie: ci sono anche trucchi e malaffare? Per evitare code velenose servirebbero regole con la forza della legge.

Le esagerazioni della retorica, si sa, non hanno talora confini- Un esempio: le elezioni primarie. Qualcuno si affretta a ritenerle ‘’il trionfo della democrazia’’; altri, invece, suppongono che siano fonte di confusione e di poco nobili trucchi.

Retorica nei due versi, appunto.

Comunque gli episodi di Napoli (richiamati anche da una spiritosa ‘Stella’) confermano, ancora una volta, che gli interrogativi sulle ‘primarie’’ meritano qualche riflessione. Non negativa, ma possibilmente costruttiva.

E’ vero che rivolgersi alle pre-opinioni del popolo è cosa buona e giusta, però è altrettanto innegabile che, per evitare i tanti casotti emersi nel corso di tante ‘’primarie’’ servirebbero regole molto drastiche, vere e proprie leggi. Come evitare, altrimenti, che fra i votanti si infilino (come è già successo) cinesi e altri estranei o, peggio, partigiani delle parti avverse, intenzionati rendere torbide le acque di quel voto?

E come regolare il giro di danaro che (sostegno o non sostegno) ruota attorno a questa complessa consultazione popolare?

Come rendere impossibile (o particolarmente difficile) che un Bassolino gridi al malaffare e invochi l’annullamento di una votazione inquinata da rifrullio di euro non regimentati? Come disciplinare le eventuali decisioni del Comitato di garanti che, per mettere tutto a posto, contesta a Bassolino un ricorso tardivo laddove, al contrario, proprio Bassolino rileva di avere verbalmente depositato per tempo la protesta?

Questa girandola di equivoci (troppi negli ultimi anni) non giova al nitore delle ‘primarie’’. Anzi le offusca, E finisce col renderle meno credibili.

L’auspicio? Che il legislatore si decidesse a varare, in materia, norme valide per tutti, bianchi, rossi e neri. Gare senza regole diventano fatalmente sfide chiacchierate. Perfino quando si svolgono con la voglia della massima trasparenza.

RINGHIO

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