LEVANTE. Considerazioni del mattino GIOTTO DI BONDONE

di Maurizio Terzetti

Mi colpisce molto che l’evento del trentesimo anniversario della Giornata della preghiera di Assisi qualcuno abbia voluto ribattezzarlo il “G8 delle religioni”.

E lo stupore deriva in parte considerevole dalla fama non proprio “concludente” che simili meeting mondiali si sono guadagnati. Più se ne fanno e più cresce lo sconcerto per il carattere fortemente inaffidabile delle conclusioni dei “G” in questione.

Il “gruppo”, o foro informale dei Paesi più industrializzati del mondo, come si sa, funziona come G7 in seguito all’esclusione della Russia a partire dal 2014, in seguito agli avvenimenti in Ucraina.

E questa questione apre scenari di riflessione che esulano del tutto dai contenuti di questa mia breve nota di oggi.

Ritorno, invece, sullo stupore che mi prende per la definizione del prossimo incontro di Assisi come “G8 delle religioni”.

La definizione già c’è e risponde con precisione all’incontro fra i leader religiosi delle Nazioni del G8, che qui, evidentemente, viene data come estensione di quella prassi istituzionalizzata. O, molto certamente, come tentativo di rilanciarla su basi nuove a seguito dell’eccezionalità e dell’autentica universalità che contraddistingue l’imminente appuntamento di Assisi rispetto ai precedenti incontri definibili come “G8 delle religioni”.

E questo si può concedere, la comunicazione oggi dominante che viene da Assisi e dagli incontri mondiali che vi si svolgono contempla che il “G8”, pur in crisi com’è, possa essere rilanciato proprio grazie alla componente religiosa che fin qui lo ha affiancato.

Si può concedere ciò, anche se personalmente considero che proprio la parola semplice che si leva da Assisi, pur non potendo sottrarsi alla politica, non può e non deve dare il braccio più di tanto alla cattiva volontà del mondo di ritrovare la pace.

Ma questo, ancora, è un discorso che esula da questa nota. Che si limita a questa banalissima considerazione: ma è possibile che nessuno, ad Assisi, senta risuonare nel “G8 delle religioni” il “Giotto delle religioni”, cioè la pittura del desiderio di pace che sarà possibile fare l’indomani dell’incontro, con un linguaggio e un’estetica che poco cedono alla politica e tanto, ma tanto, al cuore? Giotto di Bondone: perché non sei evocato? Se, però, qualcuno l’avesse fatto e io non ne avessi notizia, volentieri mi unirò, come seguace francescano, in perfetta letizia e uguale modestia, a chi lo avesse già detto.

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