LEVANTE. Considerazioni del mattino LA CLAQUE

di Maurizio Terzetti
Il referendum, almeno, ci farà capire chi sono, oggi, i renziani in tutta Italia?
Renzi, del suo, sta diventando ogni giorno più decifrabile e comprensibile, ma i renziani lo sono molto di meno, perché o restano legati ai clichés del leader giovane o si vedono attorniati da una serie infinita e subdola di opportunisti di ogni tipo, cresciuti col crescere del potere del leader un po’ meno giovane.
L’Umbria, al riguardo, è davvero esemplare.
L’idea che di Renzi abbiamo in Umbria è quella che ci tramandano le convention che si sono svolte al “Capitini” quando ancora il giovane leader presentava i suoi libri e cercava di dare spallate a un sistema più grande di lui. Di quel ragazzo più pepato dello stesso Grillo penso che dovremo prendere atto che la curiosità verso la sua figura di spadaccino è finita nell’angolo dei ricordi.
Tutto sostituito da una metamorfosi inevitabile, quella del potere conquistato e del governo esercitato. Tutto confluito su una scena nella quale Renzi sembrava salito per dare l’ultimo colpo al sistema di potere contro il quale ha sempre combattuto e che lo vede, invece, schierato a difesa delle sue riforme, pericolosamente insidiate dal fronte irregolare e incoeso di opposizioni d’ogni tipo.
Così, Renzi, oggi.
E i renziani, invece, sono consapevoli di tutto ciò o inseguono ancora il mito di qualche anno fa?
La nostalgia è sempre cattiva consigliera, si lascia andare ai ricordi e ai sogni, o, per lo meno, non riesce a far sì che quei sogni e quei ricordi siano di qualche utilità nel momento in cui, oggi, bisogna difendersi dal “no” che è un “no” esplicito al leader più di quanto lo sia alle sue riforme.
Se, dunque, il nuovo popolo dei renziani vuol dare una mano al suo leader dovrebbe prima di tutto non farne una questione di ricordi (guarda quanto siamo ancora vivaci!), né di muscoli (guarda quanti siamo!), né di qualche cieca fiducia in tutti quelli che ormai sono dovuti scendere a patti con Renzi e che, qualche anno fa, quando Renzi presentava i suoi libri al “Capitini”, l’avrebbero, proprio in Umbria, volentieri sopprresso anche se, da sagaci vecchi politici, erano sicuri che tanto non sarebbe andato lontano.
Ognuno, poi, da renziano, si comporterà come meglio crede, ma dovrebbe capire, anzituttto, che se qualche anno fa la partita era tutta interna al Pd adesso chiaramente riguarda tutta l’opinione pubblica, soprattutto quei famosi “ni” e “so”, quegli indecisi senza tessera di partito, che forse ci saranno anche, oggi, al “Capitini” o forse andranno altrove se l’invito l’avranno ricevuto per andare soltanto a fare la claque.

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