LEVANTE. Considerazioni del mattino / LA PROCESSIONE DEL GOLOSO

di Maurizio Terzetti 

Provo a mettermi dal punto di vista di una persona che debba scegliere, da fuori regione, il monumento più rappresentativo del patrimonio architettonico – civile o religioso – umbro per riprodurlo, in scala, durante una festa popolare di un piccolo paese italiano in cui eccellono mastri pasticcieri. Per farne, cioè, una smisurata torta dolce.
Qualcuno, più d’uno, è stato di sicuro nei panni di quel selezionatore nel Comune di Castelfranco di Sotto, una mezz’ora di automobile da Pisa, quando, per scegliere il soggetto da riprodurre come “Dolce gigante” in occasione della festa annuale della frazione di Orentano che cade domani, si è posto il problema dell’Umbria. A quale città umbra, a quale suo monumento consacrare decine di migliaia di bigné su decine di migliaia di metri quadri di Pan di Spagna?
Assisi era fuori gioco perché già nel 2004 la “Basilica” di San Francesco è stata costruita, esibita in processione sulla pubblica via e divorata. In più, l’anno scorso l’interesse per l’Umbria è stato bissato dalla “Basilica” di Santa Maria degli Angeli, sulla scia ispiratrice del dolce monumentale dell’anno precedente, allorché era stata realizzata la Basilica di Cordoba, in Argentina, in onore di Papa Francesco.
Umbria, dunque, uguale a luoghi francescani e presenza papale, stando al termometro dei pasticcieri di Orentano.
Ma Umbria, quest’anno, uguale a immagini che francescane non sono: domani sfila per le vie di Orentano il “Dolce gigante” della Cattedrale di Santa Maria Assunta, il Duomo di Spoleto. L’Umbria per due anni di seguito non è poca cosa, dal punto di vista del marketing.
Lode a Spoleto, certamente, e a quel prodigio di mistica irradiazione musicale che il Duomo rappresenta, soprattutto quando la Piazza che esso domina si allestisce per il Festival dei Due Mondi. Il Duomo, la sua Piazza e la scalinata sono lo scenario che parla con esemplare, ineguagliabile evidenza estetica al colto e all’inclita.
Ma certo una breve considerazione in più bisognerebbe farla e non mi tiro indietro.
Dato che, negli anni, a Orentano hanno scelto anche monumenti non religiosi – con questi però prevalenti –, l’Umbria non poteva figurare, ad esempio, dopo due monumenti religiosi, col Palazzo dei Priori di Perugia o con il Palazzo dei Consoli di Gubbio?
Si potrebbe rispondere: ma perché a Perugia il loro Palazzo non se lo fanno di cioccolata? E perché a Gubbio nessuno ci ha pensato quando il Palazzo dei Consoli, immenso del suo, veniva divulgato – il che non guasta – da una fiction molto popolare come Don Matteo?
Per Perugia, non saprei che cosa controbattere, ma certo che il dubbio di una Spoleto e di un Duomo molto noti, negli ultimi anni, a livello popolare, oltre che per il Festival dei Due Mondi, per il set del prete col biciclettone, quel dubbio resta che a far cadere la scelta sul Duomo anziché sulla meno divulgata Rocca albornoziana abbia cooperato la simpatica troupe di carabinieri che ha la sua “caserma” proprio a un passo dalla facciata del Duomo.

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