Politica e magistratura ancora una volta appaiono ai ferri corti. Proprio come ai tempi del più focoso berlusconismo. Quali effetti sulla pubblica opinione?

—————————–

Politica e magistratura, giustizia e giustizialismo. Riemerge, con toni ancora più esplosivi, il focoso dibattito che caratterizzato i rapporti italiani negli anni del berlusconismo più o meno vincente. Il discorso tenuto al Senato da Matteo Renzi è stata benzina gettata sul fuoco. Tanto veemente ch sia pure in termini indiretti, ha reagito, con un’intervista, Pier Camillo Davigo, il nuovo numero uno dell’Associazione italiana magistrati. E’ fin troppo palese che il conto alla rovescia verso le elezioni amministrative, il referendum di Ottobre e le’’politiche’’ per il rinnovo del Parlamento sarà scandito anche , se non soprattutto, dalle riflessioni e dalle polemiche che guizzano attorno alle decisioni passate, presenti (e future?) dei giudici nei confronti di chi fa politica e degli ambienti, spesso opachi, che frullano attorno ai politici. Davigo ha detto che non ci sono ‘’monarchi inviolabili’’. Renzi e tantissimi hanno insistito nel sottolineare che, accanto ad inquirenti cristallini e pronti perfino al sacrificio personale, ci sono investigatori che non esitano a farsi belli con un semplice avviso di garanzia che, sbandierato in un certo modo, può distruggere l’esistenza di una persona,anche della più onesta. Di sicuro, se, sull’uno e sull’altro fronte, non si quieteranno gli animi, dovremo attenderci mesi roventi, caratterizzati- suppongono i presunti esperti di cose giudiziarie- da altri provvedimenti di questa o quella Procura della Repubblica.

Con quale giovamento per le serene valutazioni della pubblica opinione?

RINGHIO

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.