RASSEGNA STAMPA DEL CENTENARIO: 1 – 15 FEBBRAIO 1915

di Maurizio Terzetti / Le notizie dai vari scacchieri di guerra arrivano, talora, con un considerevole ritardo. È una caratteristica dell’impianto comunicativo tradizionale applicato a fatti bellici dispersi su tutto il vecchio continente:

troppo modeste le “agenzie”, per quanto messe a dura prova, troppo esteso il conflitto per essere seguito come siamo abituati noi, un secolo dopo.
Il 2 febbraio, ad esempio, si ha una cronaca dettagliata su come “i russi sconfissero brillantemente il 9° e il 10º corpo d'armata turco a Karaurgan” e mai passato remoto è stato più proprio considerando che ci si riferisce alla disfatta turca avvenuta un mese prima a Sarykomisch.
Cronache più recenti, il 1 febbraio, riferiscono che “i passi dei Carpazi conquistati nel dicembre del russi” sono stati ripresi dagli austriaci; sul mare è un continuo affrontarsi di navi, vapori e di sottomarini.
Una notizia singolare, legata alla guerra, riporta che, in tutta la Francia, il governo ha sequestrato la preghiera del Papa per la pace contestandone l'interpretazione che ne ha dato il cardinale arcivescovo di Parigi.
Ugualmente singolare è quanto accaduto in Italia, a Filippo Turati: “l'on. Turati, che pur di neutralità è stato fiero paladino, volle togliersi per un attimo le lenti daltoniche del partito e guardare con coraggio l'orizzonte arrossato di fiamme e fosco di tempeste. Egli ha pronunciato un discorso coraggioso che si riprometteva l'esame della realtà, in contrasto con le formule rigide, con i binari della meta tracciata e per poco non è stato linciato solo perché sospetto di palpitare per la patria” (Benedetti, “L'unione liberale”).
La guerra, sul campo, è dominata, il 4 febbraio, dal fallito tentativo turco di impossessarsi del Canale di Suez. L'evento è di considerevole importanza strategica, l'attenzione vi si concentra forse più che su alcuni segnali relativi ai preparativi militari dell'Austria verso il confine italiano, dei quali si dà notizia l'11 febbraio.
In mezzo c'è interesse molto critico per le sortite di Giolitti: “Le tesi dell'on. Giolitti che 'si possa ottenere parecchio' senza l'intervento delle armi viene ora analizzata per quello che essa vale: e cioè una pericolosa affermazione, una maldestra presunzione di competenza” (Benedetti, “L'unione liberale”).
Ormai del resto le cronache sono sempre più fitte di fatti d'armi, in terra, sui mari e nell'aria e, per quello che riguarda i rapporti dell'Italia con l'Austria, “nessuna concessione di quest'ultima al nostro paese è stata presa in considerazione”. Il messaggio è dunque sempre più insistente: l'Italia “deve confidare solo sulle proprie forze” e guardare in faccia la realtà.
I segnali della realtà, veramente, sono a volte contraddittori anche dal punto di vista degli interventisti. Il 9 febbraio, ad esempio, anche “L'unione liberale” ammette, con “l'Avanti”, che il prezzo del grano e del pane segna aumenti vertiginosi e che c'è bisogno dei carabinieri per sedare i disordini che scoppiano in tutto il paese, ma confida ancora molto sull'azione del governo, che pensa di acquistare (12 febbraio) il grano dall'Argentina e intanto sospende, fino a giugno, il dazio sul frumento, gli altri cereali e le farine.
Non meno preoccupante è la situazione, anche in Umbria, del prezzo dello zucchero (3 febbraio).
Emergono, inoltre, piccole notizie rivelatrici del clima di preparazione alla guerra: il 4 febbraio sappiamo che è stato concesso ai richiamati “di far uso delle proprie calzature per il servizio militare, rimborsandone il pagamento per ogni giornata d'uso”; il 10 febbraio è resa pubblica la notizia che la seconda categoria delle classi 1893 e 1894 è trattenuto sotto le armi.
A Scanzano già, già dal 1 febbraio, si riapre il carnificio militare.
Una sua vita di alti e bassi, in questa atmosfera, l'Umbria continua a svolgere. Un po' tutta l'Italia centrale è “la Cenerentola ferroviaria” del paese (1 febbraio), ma, intanto, giungono cronache rassicuranti da un'ispezione ai lavori di costruzione della linea interna Spoleto Norcia (5 febbraio).
Il sindaco di Nocera è ricevuto dal Papa (1 febbraio), il parroco di Ospedalicchio tiene una conferenza su “democrazia e demagogia” a favore dei terremotati di Avezzano; si commemora, con maggiore enfasi, Cesare Fani un anno dopo la scomparsa (5 febbraio); la città di Perugia si stringe intorno a Ernesto Cerruti (13 febbraio) e ne celebra in morte la vita avventurosa oltre che lo zelo profuso per Monte Malbe.
Il tempo è pessimo, si registrano molte esondazioni del Tevere.
La vita culturale del capoluogo, complice il Carnevale, è molto intensa, grazie all'attività della Libertas a quella del Circolo Vannucci.
Farsi operare all'ospedale di Perugia (6 febbraio) appare vantaggioso, oltreché sicuro, per via di tasse ritenute competitive. E, per quanto riguarda i denari raccolti in occasione del terremoto del 1908 di Messina, si può stare sicuri (9 febbraio) che quei soldi sono stati spesi opportunamente.
L'Auto-garage della città (11 febbraio) è segnalato ormai come una grande impresa.
Nel frattempo s'è costituita la sezione locale nei giovani esploratori (i boy scout) e la soirée di “skatinaggio” alla Libertas (15 febbraio), stando al racconto, deve essere stata proprio memorabile.

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