Sono 300 i ‘’voltagabbana’’ del Parlamento italiano. In due anni e mezzo di mandato, hanno cambiato casacca scegliendo anche idee opposte a quelle per le quali erano stati eletti.

In epoca di crescenti ‘transumanze politiche’ è fin troppo normale che i più precisi tra i commentatori prendano carta e penna e tirino giù un po’ di conti. E l’esito di queste somme è sconcertante: dall’inizio della legislatura (soltanto due anni e mezzo) 300 parlamentari hanno cambiato cassa. Eletti con un partito si sono, cioè, presi la libertà di spostarsi, strada facendo, fra le fila di un’altra rappresentanza politica. E non sempre una forza affine a quella per la quale avevano avuto i voti degli italiani. Insomma un parlamentare su tre ha fatto il voltagabbana. Non tutti giovani e per nulla forti (almeno moralmente…) questi Trecento signori (e signore) sono stati folgorati sulla via di sofferte riflessioni? Mah….basta sfogliare qualche nome per intuire al volo che hanno…rivoltato la giubba ponendosi al servizio del più bieco opportunismo personale. Insomma saltare sul carro del vincitore (più o meno presunto) è sembrata loro l’opzione più…ragionevole. Ed ora gran parte di questi ‘’saltimbanchi’ vanno tranquillamente in televisione a proclamare la ‘’santità’’ del verbo socio-politico di quel loro attuale partito contro il quale meno di tre anni fa si erano scagliati dai medesimi microfoni e nelle piazze comiziali. E’ vero che nella civiltà dell’immagine l’apparire conta più dell’essere, comunque sembra istintivo pensare che debba esserci il limite del buon gusto. La ‘’disinvoltura’ non può essere sconfinata. E’ accettabile che si faccia strame del voto di quegli ‘’imbecilli’’ che li avevano scelti per rappresentare idee diverse da quelle oggi sbandierate con facce toste francamente indescrivibili?

E poi ci si duole che gli italiani disertino le urne anche con percentuali superiori al 50%.

Domanda tanto banale quanto ingenua: il Parlamento non potrebbe varare una norma che vieta simili, oscene transumanze?

Scatta l’obiezione: ‘’il deputato e il senatore hanno costituzionalmente libertà di mandato’’.E’ vero. Possono, cioè, cambiare opinione. Esprimersi secondo le dinamiche della coscienza. E’ ovvio, ci mancherebbe altro! Ma perché se non credi più nel partito grazie al quale sei stato eletto, non manifesti una scelta davvero onorevole e netta? Perché, insomma, non lasci il seggio parlamentare al primo dei non eletti che, invece, è saldo nelle primigenie convinzioni?

Domandaccia finale: caro voltagabbana, sei attaccato alle prebende parlamentari o all’inarrestabile fervore delle tue…nuove idee?

Le risposte, si sa, non arriveranno mai.

‘’Alè’’- direbbe il mio amico ‘Fischio’’.

RINGHIO

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