Un clic sulla cintura carica di tritolo e il gioco è fatto. Quanto è difficile l’integrazione con chi ritiene che la vita si esalti morendo!

Quando ci si misura con quelli che vengono da mondi diversi dal nostro, parliamo giustamente di ‘’integrazione’’. E ripetiamo che tutto debba avvenire all’insegna del rispetto equilibrato delle nostre regole e anche delle esigenze di chi arriva da lontano.

Certo il moltiplicarsi di episodi che confermano quanto certi modi d’essere siano lontani da noi, suscita perlomeno ulteriori e preoccupati interrogativi. Un esempio per tutti: gli occidentali considerano la vita un valore inalienabile. Sacrosanto. Da non barattare. La strage di Istanbul testimonia, ancora una volta -l’ennesima- che per i detentori di certe presunte verità religiose la vita si esalta morendo. Basta pigiare il pulsante di una cintura carica di tritolo e ci si immola volentieri inneggiando al proprio Dio e uccidendo decine di innocenti. Addirittura basta rammentare la truce vicenda degli attentati parigini per zoom mare sulla rabbia di chi, in rete, ha inveito contro chi, dopo aver sparso la morte, se l’è data a gambe senza farsi saltare in aria.

Insomma loro, quelli che la pensano in quel modo, il piacere di ‘’vivere’’ lo rinviano ad un’altra ipotizzata realtà.

E’ comprensibile che molti si chiedano quanto sia facile ‘’integrare’’ chi, sull’esistenza, ha convinzioni così opposte alle nostre.

Eppure, è chiaro, ci si deve, e ci si dovrà, provare. Senza la pretesa di indurre il cambiamento della fede, ma nella speranza che almeno il rispetto per la vita umana sia un valore iniettabile.

RINGHIO

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