Unioni civili: Cirinnà, Marchini, monsignor Galantino e l’infuocato conto alla rovescia verso decisioni politiche di rilievo comunale e nazionale.
Unioni civili: Il proclama elettorale di Alfio Marchini (candidato a sindaco di Roma) ha consapevolmente scatenato polemiche- Lui dice: ‘’Se fossi sindaco non celebrerei in Comune l’Unione degli omosessuali’’. Discorso di propaganda , è ovvio. Tutto serve per conquistare qualche voto ‘’moderato’’. Ma una domanda si allarga attorno a questa sortita marchiniana: i sindaci possono davvero ignorare le disposizioni di un provvedimento che fra poche ore sarà legge? Cosa potrebbe accadere se numerosi sindaci italiani manifestassero resistenza di fronte alla richiesta di ‘’Unione civile’’ avanzata da due omosessuali? Sembra evidente che la questione non sarebbe più politica, ma diverrebbe addirittura giudiziaria perché la legge, ogni legge, non lascia libera opzione a chi ha il dovere di applicarla. Certe posizioni – oggi in vista delle elezioni amministrative e domani nella prospettiva di un dibattito pre-parlamentare- scuotono il fervore popolare. Fervore al quale si dirige anche lo sfogo di monsignor Nunzio Galantino, segretario della Cei, che si è affrettato a puntare l’indice contro le ‘’rivoluzionarie’’ norme della Cirinnà. La Chiesa che scende in campo così platealmente entra anche nella campagna elettorale per i Comuni. E determina qualche esito? Questo lo scopriremo dopo il 5 giugno.
Episodi come quelli che si stanno moltiplicando in questi giorni confermano quanto sia rovente il clima che precede i voti per i sindaci, ma, in senso più pratico, snocciola il conto alla rovescia verso il referendum costituzionale di ottobre.
L’Italia è ‘’calda’’. E non soltanto perché si avvicina l’estate.
RINGHIO