Celebrazione della Veglia pasquale nella Cattedrale di Terni e del giorno di Pasqua a Narni
Celebrata la veglia pasquale nella Cattedrale di Terni con la suggestiva liturgia, presieduta dal vescovo Francesco Antonio Soddu, iniziata sul sagrato della chiesa con la benedizione del fuoco nuovo e con l’accensione del cero pasquale, portato in processione lungo la navata centrale della cattedrale al canto del Lumen Christi.
È seguita la liturgia della Parola con le letture dell’Antico Testamento e del Vangelo, quindi la liturgia battesimale con la benedizione dell’acqua del fonte battesimale, il rinnovo delle promesse battesimali e l’aspersione dell’assemblea. Con l’acqua del fonte battesimale sono stati battezzati Anna, Miriam e Samuel, che, insieme ad altri 5 adulti, hanno terminato il percorso del catecumenato, guidati da don Pio Scipioni, ed hanno ricevuto il sacramento della Confermazione. La messa è stata concelebrata dal vicario generale della diocesi mons. Salvatore Ferdinandi e dal parroco della Cattedrale di Terni don Alessandro Rossini. Hanno prestato il servizio liturgico i diaconi, seminaristi e accoliti della diocesi. La parte musicale della celebrazione è stata curata dal Coro della Cattedrale diretto dal maestro Rita Tomassoni e all’organo il maestro Simone Maccaglia.
«Stanotte celebriamo la veglia di tutte le veglie – ha detto il vescovo – radunati nel cuore della notte per rivivere e incontrare il Signore risorto, questa realtà fondamentale della nostra fede. La risurrezione di Gesù è fondamento di una vita nuova, quella battesimale: la nostra vita in Cristo, l’essere rinati a vita nuova».
Domenica 20 aprile, Pasqua di Risurrezione, il vescovo Soddu ha celebrato la solenne messa nella Concattedrale di Narni, concelebrata dal parroco don Sergio Rossini.
L’omelia:
«In questo giorno di Pasqua accogliamo la testimonianza dell’apostolo Pietro: “Voi sapete ciò che è accaduto in tutta la giudea, cominciando dalla Galilea, dopo il battesimo predicato da Giovanni…..”
Il messaggio di san Pietro intende entrare in uno spazio molto più profondo della semplice conoscenza, questo spazio è l’ambito stesso dell’amore di Dio per l’umanità che si è fatto vero nel mistero pasquale di Gesù e che continua ad essere offerto, direi meglio regalato, ad ogni persona di ogni tempo.
L’incontro con il Risorto fonte di speranza
Pertanto rimane anche per noi viva la testimonianza di quel primo giorno della settimana, che sarebbe dovuto essere il giorno conclusivo della vicenda umana degli apostoli con quel Gesù che avevano seguito. Rimane anche per noi percorrere quel pellegrinaggio che fu di Maria di Magdala, quale primo giorno della settimana fino al luogo definitivo del dolore, il sepolcro dove era stato deposto il corpo del Signore, percorrere il cammino che ci porta all’incontro, il primo incontro sarà con una cosa: ossia col sepolcro che Maria si aspettava essere il contenitore del cadavere di Gesù. Invece “vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro”. L’incontro di fatto risulta essere con un assente.
Cosa sarà successo? Per il momento non si sa ancora… eppure ciò che si respira non è aria di morte, quanto piuttosto qualcosa di assolutamente inedito e perciò di inafferrabile e tantomeno di indescrivibile.
Essi vedono, credono ma ancora non capiscono. Non capire non significa, o per meglio dire, non comporta automaticamente abbandonare la fede, significa piuttosto perseverare.
Sappiamo poi come si sono svolti gli avvenimenti con le apparizioni del Risorto che, confermando quanto accaduto riaccesero quella speranza che ritenevano ormai svanita, morta e sepolta insieme al defunto Maestro.
Quella speranza certa per gli apostoli divenne il motivo fondamentale di tutta la loro vita, tanto da abbandonare finalmente tutto, qualora non lo avessero ancora fatto definitivamente e iniziare, anzi continuare quella corsa, quella sorta di staffetta nel portare la testimonianza della vita nuova, fino ad arrivare a noi.
La Domenica giorno di rinascita
Il primo giorno della settimana non è più un giorno indefinito ma diventa il giorno del Signore, la Domenica, il giorno della risurrezione di Gesù, il giorno della nostra rinascita.
Abbiamo tutti la necessità di recuperare il senso di quanto appena detto. La domenica giorno senza tramonto, che non può essere bruciato quanto piuttosto vissuto all’insegna della rigenerazione e non dello svilimento o peggio ancora dello sballo.
Questo è il giorno nuovo, il giorno della nostra rigenerazione, della nuova creazione.
Aspettiamo cose nuove? Sogniamo una storia positiva? Insieme alle attese macroscopiche legate alle sorti dell’intera umanità, della politica, della guerra e della pace, dell’economia, non perdiamo l’opportunità di accogliere questo dono che già ci è stato dato nel Battesimo “Ecco il giorno che ha fatto il Signore, la Domenica” e di partire sempre nella ricerca del Signore che si fa presente nella nostra esistenza rinnovata perché possiamo essere con la nostra condotta lievito di vita nuova.
Cerchiamo perciò di vivere sempre la Domenica col profumo della vita nuova, col profumo della Pasqua, col profumo del sepolcro dei nostri peccati ormai bruciati dall’amore, perché messi nelle mani di colui che con la sua morte e risurrezione ci ha strappati dal potere della morte; col profumo della vita che soltanto Gesù può infondere.
Vivere la pasqua significa accogliere il dono della vita nuova, che non è da confondere e ridurre a una sorta di inaspettata sorpresa, quanto il risultato della vittoria di Cristo sulla morte, perché per noi sia rigenerazione.
“Se dunque siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove si trova Cristo assiso alla destra di Dio; pensate alle cose di lassù, non a quelle della terra. Voi infatti siete morti e la vostra vita è ormai nascosta con Cristo in Dio!”.
Carissimi fratelli e sorelle, camminiamo sulle strade del mondo con gli occhi della fede rivolti alla nostra patria che è nei cieli. Affrettiamo i nostri passi e rinvigoriamo la speranza con l’entusiasmo di chi, come Maria Maddalena e gli apostoli hanno trovato davanti a sé spalancato un nuovo cielo, partendo dal sepolcro vuoto.
In Gesù, principe della pace, crocifisso e risorto, possiamo vivere nella speranza che si concretizza con la vita coerente al vangelo: bella, piena di luce, di senso nella costruzione e salvaguardia della pace ad iniziare dalle nostre famiglie».