A PROPOSITO DEI PARTITI

di Pierluigi Castellani

Come stanno vivendo i partiti questa stagione politica all’ombra del governo Draghi? E’ una domanda che si pone perché assistiamo ad incertezze , a riposizionamenti, a giravolte come mai prima era avvenuto. Ed ad un rinchiudersi nei rispettivi recinti ideologici nel timore di apparire indifferenziati rispetto  alla guida pragmatica, ma efficace, con cui il premier sta conducendo l’azione di governo. Per questo stanno aumentando le occasioni per piantare le proprie bandierine allo scopo di riaffermare un’identità che si teme di perdere a causa della concreta ed incisiva azione del governo, che Mario Draghi sta portando avanti senza badare a schieramenti o a singole impuntature di qualche forza politica, che pur fa parte della maggioranza parlamentare che lo sostiene. Si dirà che è soprattutto la Lega di Salvini, che avanza continuamente distinguo e richieste senza però abbandonare il governo. Ora è il green pass, cui dà via libera in consiglio dei ministri con i propri rappresentanti per poi in commissione votare contro o ad insistere con la quotidiana esternazione del suo leader di essere contro l’obbligatorietà del vaccino e contro l’estensione dell’uso del green pass ,pur annunciata dal capo del governo; ora è il problema dell’immigrazione con i continui attacchi alla ministra dell’interno Lamorgese e così via con l’adesione alla campagna per i referendum sulla giustizia nel mentre il consiglio dei ministri dà il via alla riforma della ministra Cartabia. Ma non mancano anche le altre forze politiche a voler innalzare continuamente bandierine nel pericolo di perdersi nell’indistinto, ma efficace,  di un governo di salute pubblica, voluto dal Presidente Mattarella per far fronte alle due gravi emergenze, che hanno investito il nostro paese: la pandemia del coronavirus e quella economica con la necessità di corrispondere puntualmente al disegno europeo di un utilizzo puntuale e corretto dei fondi del recovery fund. E così vediamo anche il segretario del PD Letta attestarsi nella difesa ad oltranza del Dll Zan ed a riproporre lo ius soli, pur dichiarandosi pienamente allineato con la cosiddetta agenda Draghi. Ma anche Forza Italia di tanto in tanto fa sentire la propria voce con la proposta della flat tax e Iv di Matteo Renzi, che avanza la proposta di un referendum per abolire il reddito di cittadinanza proprio quando il Movimento 5Stelle si rinserra dietro lo scudo del reddito, oramai rimasta  l’unica conquista sbandierata dal balcone di Palazzo Chigi durante il primo governo Conte. Questa pluralità di posizioni dovrebbe mettere a rischio la tenuta del governo, che invece è del tutto affidata alla forte e sicura guida di Mario Draghi, che ad ogni domanda in proposito risponde :” il governo va avanti”. Ma allora qui nasce la domanda più insidiosa, ma per l’opinione pubblica questo affannarsi dei partiti a riproporre continuamente i segni distintivi della propria identità con il volto indisturbato e sicuro del premier Draghi può far sorgere la convinzione di una loro superfluità ? Naturalmente chi scrive non la pensa così, convinto ancora di quanto ebbe a dire Norberto Bobbio: ” i partiti sono ben più che leciti. Sono necessari : e qui sta la loro forza”. Ma certo un po’ di preoccupazione rimane, perché la performance delle forze politiche dimostrate anche in occasione delle prossime elezioni amministrative non è tra le migliori. Infatti solo da poche parti c’è la chiarezza degli schieramenti tra centrodestra e centrosinistra, nella maggior parte dei casi invece le coalizioni non si sono formate, anche qui in Umbria, e c’è un pullulare di candidature e di liste cui da tempo non si assisteva. Da una parte ci sono i problemi nel centrosinistra con la difficile amalgama sul territorio, ed in città importanti , di Pd e 5Stelle, dall’altra la difficoltà di tenere insieme Lega e Fdi per l’evidente concorrenzialità rivelatasi tra le due leadership di Salvini e Meloni. Ma allora poiché nessuno vuole dire addio alla indispensabile funzione dei partiti come garanzia di libertà e di democrazia ci auspichiamo che, prima o poi, si esca da questa incertezza e che le forze politiche, pur nella loro necessaria distinzione, riacquistino la capacità di riaffermare con forza la loro credibile presenza nel confronto politico italiano.