ANCORA SU GIUSTIZIA E POLITICA
di Anchise
Lasciate che un vecchio come me si soffermi ancora una volta sul rapporto tra giustizia e politica. Non per recriminare alcunché , ma per sottoporre a tutti, soprattutto all’opinione pubblica, spesso sempre pronta a fare facili e sbrigative valutazioni negative nei confronti dei politici, ed a chi ha la responsabilità della gestione del sistema giustizia nel nostro paese, il fatto che ancora una volta dopo il clamore mediatico della notizia delle indagini la conclusione positiva per gli indagati del processo venga derubricata ad un semplice fatto di cronaca. Così è avvenuto anche per la seconda assoluzione dell’ex sindaco di Terni Di Girolamo e degli altri amministratori per i fatti della ex discarica di Valle. Assoluzione che è giunta naturalmente dopo troppo tempo e dopo anni di umane sofferenze per gli indagati, costretti a dimettersi ed ad interrompere, anzi tempo, un generoso impegno a favore della comunità. Non si vuole mettere in discussione il principio costituzionale dell’obbligatorietà dell’azione penale ma certamente il perché la piena assoluzione giunga sempre dopo una lunga e angosciosa attesa. C’è in ballo non solo il doveroso rispetto della presunzione di innocenza ma soprattutto il principio costituzionale del giusto processo che, per essere tale, deve anche rimanere rispettoso dei sacrosanti diritti di ogni cittadino, ed, in primo luogo, quelli riguardanti la sacralità della persona umana. Questo problema deve interessare anzitutto la politica militante. Non si può assistere, senza reagire, alle ripetute litanie con cui si promette la riforma della giustizia e poi non far nulla o quasi nulla. E’ una questione che deve riguardare la coscienza di tutti, altrimenti non si fa altro che portare fascine al fuoco dell’antipolitica ed aumentare così il fossato che divide i cittadini dalla politica. E’ in gioco anche la nostra democrazia, che dovrebbe riguardare tutti nessuno escluso. Certamente in questi anni ci sono state anche colpe della classe politica. Nessuno le nega, ma il rimedio non può consistere nel buttare a mare quanto abbiamo di meglio nella nostra carta costituzionale. Di questo il popolo dovrebbe ricordarsi quando attraverso il voto esercita la sua sovranità.