CAMPO LARGO ADDIO ?

di Pierluigi Castellani

Ha fatto molto rumore la proposta di Dario Franceschini alle forze dell’opposizione di presentarsi divise alle prossime elezioni per poter battere la destra. Sono comprensibili le motivazioni che hanno spinto l’esponente dem a fare questa proposta: innanzi tutto  la grande frammentazione politica che spinge ogni forza ad alzare la propria bandierina ed a ritagliarsi un proprio spazio elettorale ed in secondo luogo la difficoltà, che sta incontrando il cosiddetto campo largo, cioè la creazione di una organica alleanza programmatica tra tutte le forze del centrosinistra. Ma non sono pochi gli ostacoli che si frappongono a questo disegno ad iniziare dalla legge elettorale , che non essendo interamente proporzionale  non favorendo la presentazione di liste divise condurrebbe ad una sicura sconfitta. Del resto nel 2022 non è stato già così! Tre anni fa il centrosinistra ha perduto proprio per questo, perché le forze di centrosinistra nei collegi uninominali della parte maggioritaria del rosatellum si sono presentate in modo distinto  e così la Meloni ha potuto contare in una larga maggioranza in parlamento anche se le forze del centrodestra non rappresentavano la maggioranza degli elettori. Sarà difficile che la premier, forte del vincolo che in forza di questo lega FI e la Lega a FDI, acceda a discutere su di una nuova legge elettorale interamente proporzionale. C’è un altro motivo, che dovrebbe far riflettere soprattutto il PD. La proposta di Franceschini significherebbe l’abbandono definitivo del campo largo cioè del tentativo di dare un profilo di una solida alternativa al governo della destra e questo in linea con la tradizione di costruzione di  credibili proposte di governo da parte delle forze del centrosinistra da l’Ulivo in poi, contraddicendo tutta la politica fino ad ora seguita da Romano Prodi in poi. E’ pur vero che la storia può contraddirsi ed iniziare nuove epoche, ma è certo che tutta la politica seguita dal centrosinistra nel secolo scorso e nel primo decennio di questo secolo finirà definitivamente in soffitta. Ed allora se non si avrà una nuova legge elettorale di stampo proporzionale è bene che le forze di opposizione riflettano bene sul dovere di abbandonare le reciproche antipatie ( perché ci sono anche queste) ed i propri vessilli identitari per concorrere alla costruzione di una proposta alternativa di governo, certamente plurale nel rispetto delle singole identità culturali , che le contraddistinguono. Chi vuole bene all’Italia prima del proprio tornaconto personale è bene che cominci a riflettere altrimenti la Meloni ,approfittando anche del vento che spira in Europa alimentato anche da Donald Trump, governerà sicuramente per molti altri anni.