CON BIDEN TORNA IL SOGNO AMERICANO

Con il giuramento di Joe Biden e di Kamala Harris esce finalmente dalla Casa Bianca Donald Trump mettendo fine ai due mesi di interregno caratterizzati da recriminazioni rancorose alimentate da chi, pur avendo chiaramente perso le elezioni, ha tentato di tutto per rovesciare il risultato elettorale con l’inaudito violento esito dell’ assalto ,sotto gli occhi di tutto il mondo, di Capitol Hill, tempio della democrazia americana. Ha fatto bene Biden nel discorso di insediamento a sottolineare , al di là della scontata enfasi, come la cerimonia non celebrasse il trionfo di un candidato vincitore ma della democrazia americana, che finalmente poteva rialzare la bandiera a stelle e strisce di fronte al mondo. Si può ben dire quindi che con Biden e la Harris ritorna il sogno americano ,non solo quello della piena individuale realizzazione , ma quello che fa sperare in un’ America che non si ritrae dalla scena internazionale, ma che torna a giocare da protagonista come alleata di tutto l’occidente europeo e come alfiere della democrazia  e della libertà. Con Trump altri attori hanno cercato di inserirsi negli spazi lasciati da un’America isolazionista ed ostile al multilateralismo. Così ha fatto la Cina, oramai una delle più grandi potenze economiche del mondo, e così la Russia di Putin , che ha riscoperto il disegno espansionista della grande Russia. Non che si vogliano nascondere gli errori commessi dagli Usa nel passato  , soprattutto con l’appoggio a discutibili leader del sud  America e con controversi interventi nel medio Oriente, ma non si può negare che nel novecento del dopoguerra senza l’aiuto di un’America,  già guida insostituibile della lotta al nazifascimo, sarebbe stato difficile stabilizzare la pace in Europa e la creazione della Unione Europea non già come satellite della potenza oltreoceanica , ma come sincera alleata per la realizzazione del sogno degli illuminati leader ricostruttori dei paesi europei devastati dalla guerra. Per questo non si può non salutare l’avvento di un leader democratico come Biden, affiancato per la prima volta da una vicepresidente donna e di colore. L’America è così., ce lo insegna la sua storia, può deludere ma può poi risollevare le speranze di tutti per la sua ferma difesa degli ideali di democrazia e libertà. Inoltre Biden rappresenta anche una rivincita della politica, della grande politica, quella che cerca di unire, che cerca di risolvere i problemi con appropriati interventi che salvaguardino  le zone più emarginate della società, quelle per le quali il sogno americano ha fino ad ora rappresentato solo un miraggio irraggiungibile e che chiede con forza, non solo rispetto, ma soprattutto giustizia. Con l’uscita di scena di Trump c’è una speranza anche per chi, come l’Europa, cerca di sconfiggere il populismo sovranista. Sappiamo bene che Biden, quarantaseiesimo presidente degli Statti Uniti di America , rappresenta solo un primo passo su questa strada. Spetta a noi europei, a noi italiani, di percorrerla fino alla fine.