CONTE E GLI ALTRI

di Pierluigi Castellani

Nel pieno della seconda ondata del contagio da Covid-19 il presidente Giuseppe Conte appare sempre più solo. Il governo è fortemente impegnato nel far fronte all’emergenza, ma Conte continua a presentarsi alle camere per illustrare i provvedimenti assunti  apparendone sempre più l’unico responsabile di fronte al paese. Ed essendo finita anche quella luna di miele che lo univa all’opinione pubblica ,come dimostra il calo nei sondaggi, la sua solitudine assume un che di tragico tanto che non riesce più a trasmettere quel carico di  simpatia e di speranza, che lo contraddistingueva nei momenti felici della vittoriosa trattativa con Bruxelles sul recovery fund. Anche i suoi alleati stanno cercando di smarcarsi per mantenere una qualche sintonia con quella parte dell’opinione pubblica che sta soffrendo per le misure di contenimento adottate. Non è un  bel segnale che si dà al paese. Il paese avrebbe più che mai bisogno di un governo che trasmetta saldezza, capacità di far fronte all’emergenza , offrendo anche un orizzonte che porti il paese fuori della crisi che  sta vivendo. Non che Giuseppe Conte non cerchi di fare tutto il possibile, ma non riesce mai ad abbandonare quel suo stile solitario nell’assumere su di sé la responsabilità di ogni decisione forse sperando di mantenere quel filo diretto con la simpatia del pubblico di cui fino ad ora ha goduto. Eppure molti consigli gli sono stati dati, molte sollecitazioni gli sono giunte affinché coinvolgesse  di più le forze politiche che lo sostengono e cercasse di confrontarsi con le opposizioni per coinvolgerle in qualche modo in un momento così grave per il paese. E non si tratta solo dei distinguo di Renzi e della sua IV e delle strattonate del PD perché  il governo assuma un profilo maggiormente riformatore,  anche nel partito che lo ha espresso si fanno notare le ambiguità del suo rapporto con Luigi Di Maio, che nonostante non sia più il capo politico dei 5Stelle si muove e si atteggia come ancora lo fosse. Il governo insomma sta scontando le ambiguità ed i compromessi che lo hanno fatto nascere. Non si vedono infatti  quei legami ed obbiettivi comuni, che possono dare  respiro ad un’alleanza che, nata sul provvisorio tanto per non consegnare il paese a Matteo Salvini, ambisce comunque a durare tutta la legislatura. Anche il rapporto con l’opposizione stenta a decollare, in primo luogo perché i partiti di opposizione non riescono ad andare oltre una sterile contrapposizione nei confronti di ogni provvedimento adottato dal governo senza presentare credibili e percorribili alternative. Basta pensare al no incondizionato all’ultimo Dpcm , che prevede un maggiore rigore delle misure di contenimento già adottate, mentre in alternativa si propone soltanto l’allungamento delle ore di apertura dei bar e ristoranti e la liquidazione più rapida degli incentivi previsti per le categorie maggiormente colpite dalle misure assunte. Di altro le opposizioni, ed in particolare la Lega di Salvini, non sanno dire se non  lamentare i ritardi, che si registrano nell’approntamento delle strutture sanitarie necessarie ,  dimenticando che la materia è particolarmente di competenza delle regioni che, guarda caso, in gran parte sono governate dal centrodestra con presidenti leghisti come la Lombardia, il Veneto, il Friuli, l’Umbria o vicini alla Lega come la Liguria e il Piemonte. E’ certo però che Conte deve fare di più per coinvolgere le opposizioni perché non basta solo preavvertirli qualche ora prima dei provvedimenti che verranno assunti. E’ tutto il mondo della politica e della società italiana, che deve assumere il dovere di una solidarietà in un momento di grave crisi come questa. Il paese ha saputo uscire da altre crisi con un sentimento comune di riscatto e di speranza. E’ il momento ora di riscoprirlo.