DE GASPERI. UNA MEMORIA DA PRESERVARE

di Pierluigi Castellani

“Ci sono molti che nella politica fanno solo una piccola escursione come dilettanti ed altri che la considerano, e tale è per loro, come un accessorio senza importanza. Per me fin da ragazzo era la mia carriera o meglio la mia missione”. Ed ancora :” Ho vissuto è vero fino all’ultimo sulla trincea avanzata, ma era proprio la mia coscienza che me lo imponeva, le mie convinzioni, la dignità, il rispetto di me steso, la fedeltà alla mia bandiera e alla mia vita”. Così scriveva Alcide De Gasperi alla famiglia dal carcere in cui lo aveva costretto il fascismo. Ma quanti sono i politici di oggi che possono osare di ripetere queste parole senza vergogna? Credo non molti. Viviamo un’epoca in cui il populismo e l’antipolitica, hanno fatto del tutto per svilire la dignità della politica per cui le affermazioni di De Gasperi non verrebbero comprese o meglio sarebbero derise. La competenza, la professionalità, l’attaccamento alle proprie idee, alle proprie convinzioni, sono un retaggio del passato quando non proprio un disvalore da fuggire. Eppure in questo momento di sospensione della politica in cui vive il governo di salute pubblica ,imposto dall’emergenza da coronavirus e dal necessario utilizzo dei fondi messi a disposizione dell’Italia dall’Europa, sarebbe oltremodo utile ed opportuno ravvivare nella memoria politica personaggi come De Gasperi, che non si arresero di fronte al compito gravoso di ricostruire il paese dopo la devastazione della guerra. Ma è proprio la necessità di far riemergere la dignità della politica dalla devastazione dell’antipolitica che occorre ora, seguendo l’esempio di uno statista come De Gasperi, portare l’Italia fuori dalla crisi in cui l’ha condotta il covid-19. Ma lo statista trentino non è un santino di cui fregiarsi nelle occasioni ufficiali, ma va rivalutata anche la sua visione di vero riformista. Perché un riformista fu De Gasperi, che partendo dalla sua solida formazione liberal democratica ebbe la capacità di connotare la DC, un partito di centro che guardava a sinistra, come una forza decisamente volta a perseguire, nel solco della tradizione della dottrina sociale della Chiesa, obbiettivi di equità e di giustizia sociale. Ricordiamone alcuni. Si deve a De Gasperi il superamento della mezzadria, ( c’è qualcuno che si ricorda ancora del lodo De Gasperi?), la creazione della Cassa per il Mezzogiorno, la riforma agraria, la lotta alla disoccupazione anche con interventi straordinari come la creazione dei cantieri di lavoro e l’imposizione in agricoltura del cosiddetto imponibile di manodopera. E poi un’attenzione particolare al settore industriale senza la quale l’Italia non sarebbe mai divenuta, da paese rurale quale era, una nazione di alta industrializzazione. E tutto questo accompagnato da una lungimirante politica internazionale decisamente ancorata all’atlantismo ed al sogno di un’Europa unita ed in pace. Questa ed altre cose è stato Alcide De Gasperi. Portarle alla nostra memoria in questi giorni che ricorrono i 67 anni dalla sua morte ,avvenuta a Borgo Valsugana nel suo amato trentino, fa alzare lo sguardo verso la grande politica per allontanarci dalla triste palude in cui rischiamo di rimanere immersi.