I 5STELLE IN MEZZO AL GUADO
di Pierluigi Castellani
E’ già da tempo che Giuseppe Conte sta lavorando per dare una nuova impronta al movimento 5Stelle ,farlo uscire dal guado in cui si trova e diventare una credibile forza di governo che possa dialogare con le altre forze che vogliono impedire alla destra di Salvini e Meloni di impadronirsi dell’Italia. Ma tra dubbi, intralci statutari ed il legame, che il movimento ha con la piattaforma Rousseau di Davide Casaleggio con tutte le inevitabili implicazioni di tipo giuridico, l’impresa dell’ex premier sembra sempre più difficile . Di giorno in giorno viene rimandata la presentazione del progetto ed ora è pure intervenuto l’inqualificabile messaggio del fondatore in difesa del figlio ad aggravare la possibilità che riesca questo disegno del professore di diritto prestato alla politica. La verità è che già nel punto di partenza, annunciato da chi dovrebbe diventare il nuovo capo politico, risiede l’equivoco di cui i 5Stelle sembrano non riuscire a liberarsi. Infatti il dire che il movimento non deve essere né di destra né di sinistra sta a significare che i grillini non riescono a liberarsi dell’impronta populista che li ha fatti nascere. Ma con il populismo è difficile essere forza credibile di governo e collocarsi in una stabile alleanza di centrosinistra. Questa indeterminatezza nella collocazione all’interno del panorama politico italiano è in contrasto con il riassestamento, che, pur tra incertezze e difficoltà, sta avvenendo nella politica facendo riemergere il confronto tra due poli, uno di destra e sovranista ed uno di sinistra decisamente europeista. Rimanendo nel limbo i 5Stelle potranno evitare l’implosione al proprio interno e cercare di tenere tutti dentro, ma non potranno rinnovarsi come da molti auspicato ed affrancarsi definitivamente dalla stagione dei vaffa e del giustizialismo, giustizialismo che, anche con l’inaspettata uscita di Grillo a difesa del figlio, si sta rivelando sempre più a senso unico. Così al movimento non resta che difendere qualche bandierina già installata come il reddito di cittadinanza ed il taglio dei vitalizi degli ex parlamentari e nulla più. Ma le difficoltà e le incertezze di Conte stanno investendo anche la nuova segreteria del Pd perché, pur avendo abbandonato l’incondizionata fiducia di Nicola Zingaretti nei confronti di Conte come leader progressista, anche Enrico Letta sta lavorando per un nuovo centrosinistra che comprenda anche i 5Stelle. Già stanno riemergendo nel Pd le mai sopite riserve nei confronti di un’alleanza organica con il movimento di Grillo ed anche il disegno di tradurre a livello locale per le prossime amministrative questo nuovo modello di centrosinistra si sta rivelando più difficile del previsto. Infatti sia a Roma che a Torino, Bologna e Milano è assai probabile che ognuno andrà per la propria strada. L’importante è che i 5Stelle rimanendo nel pantano delle loro contraddizioni non facciano pagare anche al Pd ed ai suoi alleati le loro ambiguità e le loro inconcludenti incertezze.