I MIRACOLI DI SUPER MARIO

di Pierluigi Castellani

Si può trarre  ora qualche considerazione dalla definizione  del nuovo governo Draghi. In primo luogo come non constatare le conversioni, alcune proprio ad u, che l’ex governatore della Bce ha prodotto nelle forze politiche. Il Movimento 5Stelle, avendo già superato da tempo l’avversione a qualunque alleanza, ha abbandono anche il proposito del “mai più con Matteo Renzi” e del  “mai più con Matteo Salvini”, felice di potersi vantare di aver piantato la simbolica bandierina della costituzione del nuovo ministero per la transizione ecologica, in questo modo non affrancandosi del tutto dal vizio populista di fare politica per slogan e attraenti simbolismi; e baciando il rospo Draghi ha dovuto riconoscere, oltre al necessario pragmatismo della politica, anche l’ opportunità della competenza per superare  ogni improvvisazione. La Lega di Salvini è il partito  che ,in poche ore, ha più di tutti subito capovolgimenti nella sua tradizione politica. Non più antieuropeismo ma adesione piena all’Europa scontando anche la frattura con le altre forze sovraniste con il voto favorevole nel parlamento europeo al regolamento sul recovery fund. Ed ancora, Salvini  ha superato la sua contrarietà ad ogni collaborazione con il PD e con IV ed a collaborare con un uomo della Bce, la vituperata banca che ha salvato l’Euro e con l’Euro anche il nostro paese. Siamo già passati dall’ ” italians first” all’ “europeans first” ? Non ci è dato ancora saperlo perché quel tanto di ambiguità e di opportunismo in un leader populista come Salvini non può essere del tutto svanito. Ma anche il PD è tornato indietro rispetto al tanto sventolato ” Conte ter o elezioni” e al “mai più con Renzi” e mai con i sovranisti. Zingaretti così si apparecchia a sostenere un governo che vede in maggioranza sia Renzi che Salvini. Certo, c’è stato il pressante appello del Presidente Mattarella e c’è la connotazione tecnica di molti ministri importanti a motivare le tante contorsioni delle forze politiche cui abbiamo assistito in questi giorni. C’è l’emergenza della pandemia non ancora domata, il piano vaccinale da completare e la grave crisi economica e sociale in cui si trova il paese. Questo legittima in qualche modo le capriole dei partiti . Il bene supremo del paese giustifica sicuramente tutto questo, ma almeno si convenga sulla necessità di una politica più alta, più lungimirante sul futuro dell’Italia di quella a cui abbiamo assistito fatta di tatticismi, di personalismi e di demagogico populismo. Che tra i tanti miracoli di Super Mario ci sia anche quello di riuscire a cambiare in meglio la politica italiana?