IL 25 APRILE MEMORIA E SILENZIO
di Pierluigi Castellani
La morte di Papa Francesco indubbiamente finisce per oscurare la ricorrenza degli 80 anni dalla liberazione del nostro paese. Il ricordo dello straordinario pontificato del Papa venuto dalla fine del mondo, il lutto decretato dal governo italiano per i funerali, la presenza dei capi di Stato di tutto il mondo alle esequie funebri non possono non coinvolgere l’attenzione degli italiani e quindi oscurare in qualche modo le celebrazioni del 25 aprile. Ma proprio, anche nel rispetto della continua invocazione alla pace di Papa Francesco e del suo sempre forte richiamo alla difesa degli inviolabili diritti umani, non possiamo non dedicare il nostro pensiero al significato, che riveste per la democrazia italiana la data del 25 aprile. Senza la resistenza di chi si oppose al fascismo e di chi collaborò attivamente per aprire la strada agli alleati non avremmo vissuto questi ottanta anni di storia nella libertà , nella pace e nella democrazia. Per questo a chi sminuisce l’apporto dell’antifascismo italiano alla liberazione dell’Italia vanno ricordate le parole, che Pietro Calamandrei rivolse agli studenti nel gennaio 1955: “Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì, o giovani”. Sono parole che ci spronano a non perdere la memoria di quanto avvenuto ed a contrastare alcuni silenzi e tentativi di frettolosa archiviazione storica di quanto significò la resistenza italiana per riscattare l’onore del nostro paese, che subì venti anni di dittatura fascista. Sono parole che spronano a ricordare a tutti il valore della nostra carta costituzionale, che è nutrita del coraggio e dell’impegno della resistenza dei partigiani, che si opposero al nazifascismo. Sono parole anche che vanno ripetute soprattutto ora che si vuole cambiare la costituzione sovvertendo quell’impianto, che garantisce tuttora la democrazia ed a riaffermare il valore di una democrazia rappresentativa e parlamentare. Se volgiamo lo sguardo a quello che sta succedendo nel mondo oggi ancora di più la difesa della nostra carta costituzionale diventa un imprescindibile impegno. In un mondo in cui si parla di democrazia illiberale e si vuole archiviare uno dei principi fondamentali della democrazia come la separazione dei poteri non si può non mantenere, anche in questo momento di lutto per tutta la cattolicità, viva la memoria della data del 25 aprile per la nostra repubblica.