IL LUNGO INVERNO

di Pierluigi Castellani

Un lungo e gelido inverno attende l’Europa. E certamente non solo per l’approssimarsi della stagione invernale, ma soprattutto per la crisi che l’Europa, e non solo, sta subendo per l’aggressione russa all’Ucraina. L’Italia e tutti i paesi europei scarsamente dotati di materie prime, ed in primo luogo degli idro carburi, vedono aumentare i costi delle famiglie e delle imprese, soprattutto quelle energivore. Le bollette che le famiglie debbono pagare hanno avuto un’impennata che si sta riflettendo sulla qualità della vita e mette a rischio le classi meno abbienti, che rischiano di accrescere la fascia più povera della società. Si sta approssimando una recessione proprio quando l’economia stava riprendendosi dalle ferite prodotte dalla pandemia da covid-19. Ma non si tratta solo di un problema economico, ci sono laceranti ferite che la guerra ha aperto con il suo luttuoso elenco di morti e di feriti. L’Ucraina martellata continuamente dai droni e dai missili russi, che colpiscono deliberatamente le centrali e le fonti energetiche, sta vivendo l’inizio dell’inverno senza potersi riscaldare e nella difficoltà di approvvigionarsi del vitto necessario per sopravvivere. Questo produce l’aumento della immigrazione verso l’Europa e non solo di ucraini costretti a fuggire dalla miseria e dalla fame. La guerra e la miseria ci sono anche in altre parti del mondo e questo produce  la fuga di altri disperati, che cercando una vita migliore attraversano il mediterraneo o giungono in Europa seguendo la rotta balcanica. Sembra che si stia avverando la profezia di Padre David Turoldo quando avvertiva l’indifferenza del ricco occidente per la povertà e la miseria degli altri ammonendo :” Ma verrà, uomini, verrà – e non è lontano: io prego per questo e spero – quel giorno che l’oceano nero di miseria e di dolore si metterà in moto, uscirà dai suoi confini con il boato della disperazione. ” Di fronte a questi drammi, al dolore diffuso di tanti, l’Europa non può non reagire e non certo richiudendosi nei propri steccati od erigendo muri ai propri confini, perché questo dramma tocca direttamente tutti i paesi europei, che non possono sottrarsi al dovere di ricercare soluzioni incentrate in primo luogo in forme di nuove solidarietà. L’Europa deve reagire come Europa, divenire un attore strategico nella nuova geopolitica che si sta disegnando, mentre i singoli paesi debbono prepararsi ad affrontare con decisione gli squilibri ed i nuovi disagi sociali, che questa nuovo scenario produce. Questo lungo e gelido inverno è alle porte; un grande paese come l’Italia deve ridisegnare i propri obbiettivi, darsi delle priorità che tengano conto di questo nuovo scenario. C’è bisogno non di leader politici populisti, ma di veri e propri statisti. Ma purtroppo, al momento, all’orizzonte del nostro paese non se ne vedono.