IL MONDO DOPO TRUMP
di Pierluigi Castellani
Con l’approssimarsi dell’insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca non ci si può non interrogare su quale sarà l’assetto geopolitico del mondo dopo il 20 gennaio. Se dovessero realizzarsi tutte le cose annunciate dal tycoon newyorkese c’è poco da stare tranquilli. Se davvero l’ America first dovesse declinarsi con l’annessione del Canada, l’acquisto della Groenlandia e la ripresa del canale di Panama si può ben comprendere come la politica di Trump sia solo una politica di potenza senza nessuna preoccupazione di salvaguardare un corretto rapporto tra stati improntato alla pace ed alla solidale collaborazione. Inoltre se il massiccio uso dei dazi per riequilibrare la bilancia commerciale americana davvero fosse l’arma commerciale di cui servirsi per fare acquistare soprattutto ai paesi europei più servizi e merci americane ciò comporterebbe la fine di quella che qualcuno ha chiamato la globalizzazione liberale. Immaginiamo anche che cosa accadrebbe se si concretizzasse la politica delle intese bilaterali tra gli Usa e gli stati europei , ciò sarebbe l’inizio di una crisi irreversibile dell’Europa e del suo sogno di pace e prosperità. Anche gli organismi internazionali verrebbero a disgregarsi comprese la Nato e l’Onu. Questo rappresenterebbe una pericolosa regressione sul piano di un disegno più pacifico e rispettoso nel mondo delle singole prerogative ed identità di ogni stato e nazione. Si potrà osservare che il quadro sopra delineato è troppo pessimistico e che c’è sempre in politica uno iato tra annuncio e realtà e che questo avverrà anche nella politica trumpiana. Ma non ai può non essere in allarme e prepararsi ad un risveglio di un sovranismo di cui ogni politica di destra è connotata. Ma se aggiungiamo a tutto questo la stretta , per ora, collaborazione di Elon Munsk con Donald Trump non può non allarmarci soprattutto per quella tecnocrazia, che mischierebbe la difesa degli interessi dei ricchi alla politica economica di un paese con il contorno inevitabile di un pauroso aumento delle diseguaglianze sociali, che nessuno sembra interessato a combattere. C’è in tutto questo il pericolo di affermarsi nelle relazioni internazionali una politica di potenza ,che vedrebbe attori principali l’America e la Cina. Ed ancora che fine farebbe la democrazia e la classica divisione dei poteri. Basti pensare che Donald Trump ha già detto che lui è stato assolto dal voto degli americani e quindi può certamente farsi beffe del potere giudiziario senza la cui autonomia non può parlarsi di democrazia. Non resta che sperare che soprattutto l’Europa emerga dal suo letargo e possa rappresentare così per tutti una garanzia di pace e di democrazia.