ITALIAEUROPA

Stella/”Si scrive Europa, si pronuncia Italia”. Ci si voglia perdonare questo virgolettato un po’ datato e ripreso, così, a pretesto per esplicitare esternazioni udite stamattina dal nostro dirimpettaio a dieci giorni dal voto che dovrà decidere quanti populisti disgregatori spedirà il Paese a Strasburgo a fronte di una pattuglia (maggioritaria) di oltranzisti dell’ordine europeo e valutario. Tornando al dirimpettaio, c'è da dire che, al di là degli eurocandidati che dagli schermi tv si affannano a parlare di Europa, nei bar, nei circoli ricreativi, nelle fabbriche, insomma nei luoghi veri della politica, si parla, si ragiona su questioni che nulla hanno a che vedere con le europee: "Come sta Matteo? Alfano, quanti voti porta via all'ex cavaliere? E Grillo è in crescita? E l'Italia è più forte dei ladri?" Insomma, il voto è per l'Europa, ma la politica ragiona per lo più su obiettivi di politica interna. Conclusione del dirimpettaio: "Il voto è per l'Europa, ma... a sua insaputa?"

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