LA DIFFICILE RIPARTENZA DELLA SCUOLA

di Pierluigi Castellani

Il DL sulla scuola, approvato in via definitiva dal parlamento, ha avuto se non altro il merito di riportare all’attenzione del confronto politico il tema dell’educazione e della formazione dei nostri giovani. Non mancano certamente i contrasti sulle norme testé varate  dal parlamento, che hanno registrato anche una dura opposizione spinta fino all’ostruzionismo parlamentare , ma il non gradimento dei sindacati, dei dirigenti e di molti degli operatori scolastici debbono stimolare , e non solo il governo, a fare un di più di approfondimento sul problema scuola. Se come tutti dicono è proprio dalla scuola che deve ripartire la ripresa del paese ed allora non c’è soltanto la giusta esigenza di come far ripartire le lezioni da settembre in piena sicurezza per gli alunni e per i docenti, ma c’è anche il problema delle risorse stanziate, certamente non sufficienti, e quale ruolo dare all’istruzione ed alla formazione in una società come la nostra in piena evoluzione con dinamiche legate alla innovazione tecnologica, all’uso dei computer ed all’immersione nel mondo della globalizzazione, che seppure deve essere regolata e controllata non può essere cancellata dall’orizzonte di questo secolo. C’è chi ha fatto notare che il governo per la scuola fino ad ora ha messo in campo soltanto risorse che sono meno della metà di quelle stanziate per Alitalia e se aggiungiamo ai 3 miliardi dell’ultima manovra i miliardi che già il paese ha gettato nel cratere dell’Alitalia dal 2008 si raggiunge una cifra davvero ragguardevole che dovrebbe far meditare sul valore che può avere per l’Italia la bandierina piantata su una compagnia di aerei, che riesce, anche per le difficoltà che tutto il traffico areo sta scontando, a non superare la crisi che da molti anni la attanaglia. Questa considerazione sulla non sufficienza delle risorse approntate non esime però nessuno, maggioranza ed opposizione, dal rispondere alla domanda: come far tornare i nostri ragazzi sui banchi il prossimo settembre ? Tenuto conto che nessuno, neppure il mago merlino, può garantire, per attuare il distanziamento di un metro tra gli alunni, il forzoso allargamento dello spazio delle aule non ci sono che poche altre opzioni. O sdoppiare le classi con il conseguente approntamento di nuove aule e l’ aumento dei docenti di almeno 160.ooo unità in più, stando ad alcune stime sindacali, o insieme alla riduzione dell’orario scolastico, una turnazione, con ingressi diversi, delle uso delle aule. Fermo restando che rimane sempre il problema di un grande piano di edilizia scolastica che preveda la messa in sicurezza di tutti gli attuali edifici con il loro adeguamento alle nuove esigenze della didattica, c’è anche l’esigenza che alla scuola siano date tempestive risposte perché il prossimo settembre è proprio dietro l’angolo. L’ipotesi del distanziamento tramite pannelli di plexigass avanzato dalla ministra Azzolina ha sollevato un coro di no da parte di tanti operatori, dirigenti e pedagogisti ed allora bisogna che tutti rispondano alla domanda sul che fare. E’ facile dire di no e chiedere soltanto più risorse quando non si ha la responsabilità delle decisioni, però il dovere di trovare soluzioni, anche alternative, è un dovere che appartiene a tutti  quanti avvertono la necessità di interloquire sui i temi della scuola. Da anni la scuola italiana, come la sanità, è stata oggetto di tagli indiscriminati,ora la pandemia ha evidenziato quanto sia necessaria una sanità all’altezza delle emergenze, anche impreviste, ed ha anche stimolato l’opinione pubblica e la politica a non fare della scuola la cenerentola dell’intervento pubblico. Non ci si deve ricordare della scuola solo quando i propri figli rimangono incustoditi a casa perché la formazione e l’educazione non possono essere solo una modalità di parcheggio per i nostri ragazzi ma un fattore essenziale dello sviluppo di tutto il paese.