LA LEGGE DI BILANCIO E LE VALUTAZIONI DELLE FORZE POLITICHE

di Pierluigi Castellani

Il bilancio per il 2022 è giunto alle battute conclusive. C’è voluto il voto di fiducia perché le due camere giungessero ad approvare questa legge, una volta chiamata finanziaria, entro il 2021 onde evitare così il ricorso al bilancio provvisorio con le inevitabili restrizioni sulla spesa pubblica. Naturalmente l’opposizione ha gridato alla sopraffazione del parlamento, ma , da che è memoria d’uomo, le leggi di bilancio , o finanziarie, sono state approvate sempre con le medesime modalità. E’ la stessa caratteristica della legge di bilancio, che autorizza tutte le spese, a stimolare il suo ingolfamento con misure e provvedimenti, cui concorrono anche i singoli parlamentari. La legge di bilancio è infatti l’unica legge per la quale sono previsti tempi sicuri per l’approvazione e per forza di cose diventa un treno a cui si agganciano più vagoni. Quindi non c’è nessuno scandalo o , meglio,  c’è solo la constatazione di come ancora una volta il nostro sistema di bicameralismo paritario non sia più adeguato per una democrazia, che non solo preveda un necessario processo di discussione parlamentare, ma che, alla fine, sia anche deliberativa e conclusiva. Resta così una valutazione nel merito delle misure adottate, che vedono l’apprezzamento positivo delle forze di maggioranza, tanto che tutte rivendicano di avervi inserito provvedimenti identitari dei rispettivi programmi, e le critiche dell’opposizione che ritengono le misure del tutto insufficienti per la ripresa sociale ed economica del nostro paese. E’ comunque indubitabile che  la manovra del governo Draghi sia espansiva con misure attese da tempo. La riforma dell’Irpef, che riconsegna ai contribuenti 7 miliardi e la riduzione dell’Ires per 1 miliardo  destinato alle piccole imprese ed agli autonomi, non sono poca cosa se le riconduciamo alla situazione in cui si trova l’Italia con un alto debito pubblico alle spalle. Ci sono poi misure che stimolano la ripresa degli investimenti privati con i bonus ed i superbonus per l’edilizia ed altre che avviano la transizione ecologica e che riguardano i lavoratori in cassa integrazione con l’estensione degli ammortizzatori sociali a chi, fino ad ora, non ne poteva beneficiare. Bisogna poi aggiungere che la riconferma, con sostanziali e necessarie modifiche, del reddito di cittadinanza va valutata come un’indispensabile risposta al crescente aumento, a seguito della pandemia, della fascia di povertà nel nostro paese. Certamente si può sempre giocare al più uno a cui indulge il partito della Meloni ed alla insoddisfazione della sinistra di Fratoianni per l’esiguità di misure sociali. Ma occorre rilevare a chi anima la formale opposizione al governo in parlamento, che non si può non tener conto della difficile situazione di bilancio pubblico nonostante il consistente aiuto dei fondi europei del Pnrr e dell’ancora incombente emergenza sanitaria dovuta al Covid-19. Molte risorse sono destinate a far fronte alle necessità del servizio sanitario nazionale , degli operatori sanitari gravati da defatiganti ritmi di lavoro, all’acquisto dei vaccini, di materiale per il tracciamento nelle scuole ( tamponi, mascherine, ecc.), all’aumento degli organici, insomma a quanto necessario per non ricorrere ancora una volta, come l’anno scorso, alla didattica a distanza per i nostri alunni. Come non tenere conto di tutto questo quando si valuta una legge di bilancio come quella per il prossimo anno! Certo appare un po’ lunare l’uscita di Giorgia Meloni, che chiede le dimissioni del ministro Speranza accusandolo di non saper far fronte all’aumento dei contagi dovuti alla diffusione della nuova variante Omicron del virus. Quali eccezionali poteri dovrebbe avere un ministro italiano per affrontare un virus che sta piegando il mondo? La leader dei FDI dovrebbe ogni tanto sollevare lo sguardo oltre il suo ristretto orizzonte nazionalista e sovranista per vedere quanto sta accadendo in Europa e nel mondo. Ci sono paesi governati da governi a lei più congeniali che non vanno certamente meglio dell’Italia.