LA POLITICA ITALIANA E IL TRUMP II

di Pierluigi Castellani

L’ America first di Donald Trump sta terremotando anche la politica italiana oltre che quella europea. Non c’è dubbio che la Giorgia Meloni europea ed atlantista, come l’abbiamo vista atteggiarsi in questi primi due anni , subirà la tentazione di rimanere risucchiata dal sovranismo, che Trump sta imprimendo a tutta la sua politica. La presenza della premier italiana a Washington insieme all’internazionale della destra più estrema ed ai rappresentanti dell’oligarchia finanziaria una qualche indicazione la fanno pure emergere. Senza che nessuno l’abbia formalmente incaricata di rappresentare l’ Unione Europea la Meloni si è rivestita del ruolo  di mediatore tra gli Usa e l’Europa. Con quali conseguenze? La Meloni con questo suo rapporto privilegiato vuole mettere l’Italia al sicuro dalla politica dei dazi annunciata dal nuovo presidente americano, ma questo potrebbe rappresentare quel cuneo, tanto temuto, per scardinare la solidarietà europea in un momento difficile in cui c’è bisogno di più Europa e certamente non di meno Europa. E la presenza all’insediamento della nuova era trumpiana di tutta l’estrema destra europea con Elon Musk che la sponsorizza e la finanzia può avere conseguenze gravi sulla tenuta europeista di un partito , come il Ppe, di cui Tajani vanta  di essere il rappresentante in Italia. Anche questo partito potrebbe essere  trascinato in una deriva sovranista. E nel centrosinistra che cosa sta succedendo ? Scontata la denuncia di questi pericoli da parte del PD e di AVS non si può non registrare il silenzio dei 5Stelle, che con il loro dichiararsi né di destra né di sinistra riscoprono la loro origine populista, mentre Conte sembra rimpiangere l’amichevole frequentazione con il primo Trump, che lo chiamava  Giuseppi quando sedeva a Palazzo Chigi. Insomma ce ne sarà per tutti con la conseguenza che la costruzione del campo largo sembra un miraggio impossibile da raggiungere  anche perché stanno venendo meno tutte le occasioni per una comune battaglia con la cancellazione da parte della Corte Costituzionale dell’occasione referendaria sull’autonomia differenziata. Nel frattempo l’Italia ha di fronte anni di difficoltà economica con il decremento della politica industriale a cui anche le forze politiche dell’opposizione sembrano incapaci di fornire alternative credibili allo stallo in cui si trova il governo Meloni.. La proposta quindi di costruire dal basso partendo dai problemi della gente una proposta alternativa di governo, come suggerito da Romano Prodi, sembra non essere stata seriamente raccolta da nessuno. Tutti debbono uscire dal letargo in cui s si trovano a cominciare dall’ Europa, che potrebbe essere l’unica realistica risposta alla politica trumpiana e dal PD in cerca ancora di una sua credibile rinnovata identità.