Legge elettorale regionale, Barberini: “Ecco i quattro punti cardine”

Ritmi serrati per la definizione della nuova legge elettorale regionale. A fine luglio – ma molto più realisticamente, a settembre – l’Assemblea legislativa voterà la proposta di legge a cui in queste settimane sta lavorando il mondo della politica umbra. A tal riguardo all’interno del Partito democratico è in atto una discussione per licenziare quanto prima una proposta da sottoporre alla coalizione. Ieri, nella riunione del gruppo regionale, sono stati definiti alcuni paletti all’interno dei quali andrà sviluppata la proposta.

“Dobbiamo costruire una legge elettorale che si fondi su quattro punti cardine – afferma il consigliere regionale, Luca Barberini – l’elezione diretta dei consiglieri, elezione diretta del presidente, la scelta di consiglieri che siano veramente rappresentativi della regione, la governabilità”.  Intorno a questi punti si è avviata la discussione. “L’elezione diretta dei consiglieri – spiega Barberini – comporta necessariamente l’esclusione del listino e di qualsiasi ipotesi che interferisca con la scelta dei cittadini. I consiglieri dovranno essere espressione della collettività regionale e non rappresentati di localismi o di piccoli territori”. Qui si è aperta una riflessione sull’opportunità di mantenere due collegi e di istituirne uno unico. “L’altro tema importante è quello della governabilità – aggiunge Barberini – è fondamentale garantire il governo della Regione permettendo la costituzione di alleanze forti e coese intorno a programmi credibili, condivisi e attuabili”.

Ultimo nodo dunque, il premio di maggioranza. “La definizione del premio di maggioranza – aggiunge ancora Barberini – in un sistema elettorale che preveda il turno unico potrebbe incappare in limitazioni, dettate dalla Costituzione, maggiori rispetto al doppio turno. Da qui la necessità che il Partito democratico e la coalizione trovino una soluzione che permetta di coniugare premio di maggioranza, e quindi la governabilità, con un sistema elettorale rispettoso dei dettami costituzionali – spiega il consigliere del Pd – evitando quindi meccanismi che attribuiscano premi rilevanti a chi non ha una maggioranza assoluta. Occorre quindi scongiurare il rischio – puntualizza Barberini – che con un turno secco e una maggioranza elevata si determinino quei profili che hanno portato alla dichiarazione di incostituzionalità della legge elettorale nazionale”.

La discussione sulla legge elettorale regionale sta interessando anche le altre forze politiche della coalizione e del centrodestra.

Massimo Buconi, capogruppo regionale del Psi, precisa che “la nuova legge elettorale regionale dovrà consentire l’ingresso a Palazzo Cesaroni alle forze politiche coalizzate che raggiungano almeno un esito elettorale intorno al 3 per cento. La mia forza politica è pregiudizialmente contraria ad un testo che tenda a determinare, con i suoi meccanismi elettorali, al massimo la presenza di 2 o 3 forze politiche”.

La coalizione di centrodestra, dal canto suo, ha ribadito in maniera chiara e netta la preferenza per il doppio turno e la contrarietà al mantenimento del listino. Forza Italia, Nuovo centrodestra e Fratelli d’Italia-Alleanza nazionale hanno convenuto che è necessario guardare anche agli sviluppi del quadro nazionale e del futuro dell’Italicum.

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