Reparti a conduzione infermieristica, l’Umbria da esecuzione alla sentenza: “spetta al medico”

” Lo scorso primo dicembre è stata una giornata importante per la sanità umbra, sia perché è stata data esecuzione alla sentenza del Consiglio di Stato e così i posti letto dell’Unità di degenza infermieristica dell’Ospedale di Perugia sono stati convertiti in posti letto di Medicina, sia perché si è riaperta l’interlocuzione politica con la Regione Umbria”. A dirlo è il segretario regionale di Cimo Umbria, Marco Coccetta. “La conversione dei posti letto Udi – spiega Coccetta – mette fine ad una annosa questione avviata da Cimo Umbria nel 2015 con il sostegno della Aaroi e dell’Ordine dei medice. Finalmente i posti letto sono tornati in capo al personale medico e non più solo a quello infermieristico, questo ristabilisce un principio sacrosanto e cioè che spetta al medico la gestione clinica del paziente, soprattutto in un’Azienda ospedaliera di alta specializzazione quale è quella di Perugia”. Per il rappresentante dei medici il primo dicembre è stata una giornata positiva anche è stata riaperta l’interlocuzione politica con la Regione. C’è stato infatti l’incontro con la presidente Donatella Tesei, l’assessore Luca Coletto e il direttore generale della sanità Massimo D’Angelo. ” Un incontro – sottolinea il segretario di Cimo Umbria –  che è servito per illustrarci a grandi linee la riorganizzazione del Sistema sanitario umbro. Anche se i dettagli non sono stati forniti ci è stato assicurato, nell’ambito della razionalizzazione, che non ci sarà alcuna chiusura degli ospedali regionali, ma gli stessi ospedali avranno ciascuno una propria mission  e su questo noi siamo ampiamente d’accordo”. Coccetta ci tiene però a precisare che c’è la necessità di “entrare nello specifico della riorganizzazione ” ribadendo la disponibilità a “fornire un contributo importante per il bene della sanità umbra”. ” Al tempo stesso – conclude Marco Coccetta – continueremo ad esercitare il nostro ruolo, quello che compete a una organizzazione sindacale e lo faremo come Cimo Umbria e come Federazione Cimo Fesmed”. Tornando alla sentenza del Consiglio di Stato, citata dal segretario regionale di Cimo Umbria, c’è da precisare che la stessa non rappresenta la messa in discussione del livello professionale garantito dagli infermieri ma la sottolineatura di una “confusione”, come spiega la stessa sentenza, di “ruoli tra personale medico e infermieristico conseguente alla tendenziale separazione tra attività clinica ed attività assistenziale”. Si tratta soprattutto di un “problema tecnico-organizzativo e non professionale” che non dovrebbe generare particolari polemiche.