SE NON ORA QUANDO. Consigli non richiesti al centrosinistra umbro

di Pierluigi Castellani

C’è ancora indubbiamente  l’emergenza della lotta al covid-19 ,che monopolizza la preoccupazione ed il pensiero delle forze politiche umbre, ma non si può non notare l’assenza da parte del centrosinistra umbro di un tentativo di preparare , già da oggi, il terreno per la costruzione di un’alternativa all’attuale governo della regione. Qualcuno potrà pensare che è troppo presto per questo, ma non è così. Un’alternativa credibile alla maggioranza, ora a guida Lega – anche se incalzata in questo ruolo da FDI-, ha bisogno di un’idea, un pensiero condiviso, sulla cui base poi costruire una coalizione larga ed includente tutte le forze, di partito o di movimenti civici, che non vogliono lasciare la guida della regione a forze sempre più sospinte verso una deriva di destra sovranista e populista. Sono quindi lecite a questo proposito alcune domande. Chi sta svolgendo un ruolo di coagulo di quanto emerge di disagio e di insoddisfazione nella società regionale, dove sono i luoghi in cui si elaborano culturalmente analisi, idee e progetti per questa alternativa? C’è un evidente bisogno di un sostegno di quanti sono attenti a tutte le problematiche che vive  la società regionale e di dare forza progettuale e politica alla evidente insoddisfazione di soggetti e pezzi di opinione pubblica che manifestano malessere e disagio: dalle forze sindacali della sanità a quanti attendono la promessa di un rapido abbattimento delle liste di attesa, ai piccoli borghi, alle città che temono un ulteriore isolamento e di perdere la grande occasione del Pnrr delineato dai cospicui fondi europei. In una parola occorre un’idea di regione diversa da quella che si sta delineando con l’anonima prassi amministrativa della giunta Tesei. C’è bisogno quindi di un serio lavoro, che trascuri le singole bandierine di ciascuna forza politica per dare corpo ad un progetto collettivo in cui possano riconoscersi tutti coloro che non intendono arrendersi alla ineluttabilità di anni di governo regionale della destra, che anche a livello nazionale non sembra riuscire ad affrancarsi dalla deriva sovranista ed antieuropea nella quale si trova impantanato anche chi rivendica , ad ogni piè sospinto, l’impronta europeista come FI.  Evidentemente non si può trascurare l’assillo della pandemia con l’aumento dei casi di contagio e di  morti anche nella nostra regione. Ma ripiegarsi sulla sola, anche se necessaria, gestione dell’emergenza rischia di distogliere l’ attenzione dalla necessità di delineare anche il futuro dell’Umbria. Non a caso infatti Giuseppe De Rita avverte che la malattia di oggi è il “presentismo”, che non  permette di alzare lo sguardo oltre i ristretti confini dell’attualità quando il paese, e soprattutto  i giovani, hanno bisogno di futuro. Si dirà che il lavoro è lungo e complesso, ma se  a questo non  si comincia a pensare oggi sarà difficile poi arrivare all’appuntamento delle prossime elezioni regionali. Per questo :” se non ora quando?”